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    Categories: Editoriali

La finale al Bernabeu tra Usa e Russia

di Mauro Seminara

Questa sera la Juventus affronterà il Real Madrid e ieri sera la Roma ha mortificato il Barcellona. Se Donald Trump dovesse far scoppiare la terza guerra mondiale nelle prossime ore, in Italia non se ne accorgerebbe nessuno. Come nessuno si preoccupa, nel Bel Paese, del rischio di conflitto nel Mediterraneo che vedrebbe l’Italia alleata di quei “beep” di americani in una guerra persa in partenza. Del resto, sembra che il trionfale risultato dei giallorossi abbia risparmiato agli italiani anche le terribili affermazioni che ieri sera hanno reso il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani ed il titolare della attuale legge elettorale Ettore Rosato. Il primo, ospite in collegamento con miss Gruber, è riuscito a dimostrare quanto abbia imparato a parlare solo di ciò che conosce presiedendo il Parlamento dell’Unione europea: poco. Perfino Massimo Franco, che non è certo un aggressivo denigratore dell’establishment rappresentato da certi partiti, non gli ha risparmiato una magra figura con le sue domande. L’altro, il “signor Rosatellum”, ad un certo punto della sua ospitata nel salotto di Floris ha pure proposto la personale elegante speranza che un eventuale Governo M5S-Lega fallisca. Della serie: degli italiani chi cazzo se ne frega! Lo ha detto davvero. Certo, lo ha detto il titolare della legge che non ha prodotto – e non poteva produrre – una maggioranza parlamentare dal voto, quindi quale sarebbe la sorpresa? I telespettatori italiani si sono risparmiati queste pagine di alto valore delle istituzioni e delle sorti degli italiani. Ma se gli italiani non hanno assistito a simili figuroni non è per quel volontario piacere gaberiano del perdersi qualcosa con tanto di premeditazione. No. Solo, perché ieri sera c’era il calcio da seguire. Come stasera. Quindi, a che pro spiegare ad una così alta percentuale di tifosi che una superpotenza mondiale ha detto “se spari, io fermo i tuoi missili e ti sparo addosso”, e che l’altra ha scritto su Twitter che ha i missili nuovi ed intelligentissimi e di prepararsi perché i predetti missili “stanno arrivando!”? Probabilmente inutile, ma se gli si dicesse qualcosa circa Cr7 al Bernabeu sicuramente l’attenzione raggiungerebbe livelli altissimi.

Tra le disattenzioni popolari, poi, ci sono anche quelle che si concatenano. La vicenda del presunto attacco chimico che Assad avrebbe portato a Douma – quando ormai la guerra ai terroristi che hanno devastato la Siria è praticamente vinta – vede gli Stati Uniti provocare la Russia che a sua volta, e per la prima volta, ha allertato anche la Cina per l’eventuale intervento militare al suo fianco contro i “cow boys esportatori di democrazia”. Vicenda che vede l’Italia alleata degli States ed inevitabilmente coinvolta nel conflitto grazie a tutte le basi americane ed ai missili a stelle e strisce che ci sono sul territorio della “portaerei” naturale del Mediterraneo. E il comando di questa portaerei è a Roma ed è provvisorio e dimissionario. Le decisioni vengono quindi prese, come quella sulle espulsioni dei diplomatici russi, da un Governo che non dovrebbe più governare e che comunque si dovrebbe occupare della sola ordinaria e contingente amministrazione. E la rottura diplomatica, o anche solo il rischio, con un partner commerciale come la Russia non è ordinaria amministrazione. Domani al Quirinale inizia il secondo giro di danze. Mattarella riceverà le parti che dovrebbero determinare la formazione di una maggioranza parlamentare e quindi di un Governo. Nel frattempo nel Mediterraneo potrebbe essersi già scatenato l’inferno e nessuno, nel tardo pomeriggio di questo mercoledì 11 aprile 2018, ritiene di dover rendicontare agli italiani la reale situazione nel Mediterraneo. Un presidente della Repubblica, un presidente dimissionario del Consiglio dei ministri, qualcuno che sia a conoscenza della reale entità dei rischi e che ritenga di doverne mettere a parte gli italiani non c’è. Forse anche al Quirinale contano sulla partita di ritorno tra Juventus e Real Madrid.

Mauro Seminara: Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.
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