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Progetto Nato con Hub a Napoli per il Mediterraneo

James Mattis e Roberta Pinotti
Del vertice bilaterale non si è sentito molto in giro. Eppure, mentre ci si dibatteva in sede europea sull’affare migranti, prendeva vita al di là dell’oceano un progetto ufficialmente correlato ma a firma Nato. La ministra della Difesa Roberta Pinotti si è recata, tre giorni addietro, al Pentagono e ha incontrato il segretario della Difesa americana James Mattis. Incontro appunto poco plateale in Italia, ma probabilmente di rilevante spessore per il Mediterraneo. Roberta Pinotti, al termine dell’incontro, ha dichiarato di sentire la “stretta amicizia” che lega Usa e Italia: “Una vicinanza che l’Italia sente e ha visto anche sui problemi che stiamo vivendo come la sicurezza sul fronte Sud”. Il fronte, a sud, ovviamente, è la Libia. Non a caso, Mattis e Pinotti durante l’incontro hanno parlato anche di Libia e di migranti. Questione che pare al momento la spada di Damocle sull’intero universo, tanto da spostarsi fino a Washington. “L’Italia sta vivendo un momento complicato – è stata la dichiarazione ufficiale del nostro Ministero – perché sostiene quasi in solitudine la crisi dei migranti e perché in ogni caso i rischi che provengono dal Sud, anche dal punto di vista terroristico, sono quelli su cui dobbiamo ogni giorno vigilare per prevenire gli attentati”. Il controcanto del segretario della Difesa americana è stato in nobile rima. “L’Italia è un amico e alleato di lunga data” – ha dichiarato Mattis aggiungendo sulla questione migranti – “avete dato una grande prova di umanità salvando le vite di tanti profughi nel Mediterraneo”.

Tutto perfetto quindi per dare il via all’Hub napoletano. Il già quartier generale delle operazioni Nato nel Mediterraneo con sede a Napoli, quello da cui venne coordinata la guerra in Libia del 2011, ospiterà quindi un “Hub Nato per la sicurezza del Mediterraneo”. L’incontro bilaterale Usa-Italia pare quindi aver raggiunto la reciproca volontà di ratificare un protocollo d’intesa che offrirebbe nuove regole d’ingaggio nel Mediterraneo, forse anche con nuovi piani circa quel “fronte sud” di cui sopra. I progetti dei due Paesi non riguardano solo l’area nordafricana ma comprendo anche programmi già esistenti come la missione “Prima Parthica”. Questa è la missione che vede impegnati circa 1400 militari italiani tra Iraq e Kuwait. L’Italia, a Washington, si è detta disposta anche al rafforzamento della missione di addestramento delle forze irachene e, più in generale, della missione a guida statunitense “Coalizione anti Daesh” di cui l’Italia è secondo membro per ordine di importanza del contributo militare. Il Segretario della Difesa Usa ha anche ringraziato l’Italia, nella persona della ministra Roberta Pinotti, per aver accettato di ospitare la prossima “ministeriale ristretta” della Coalizione anti Daesh. Data e luogo ancora da concertare. A Washington la titolare della Difesa italiana ha incontrato anche John McCain, Presidente della Commissione Difesa del Senato, accompagnata dall’ambasciatore italiano Armando Varricchio. Il viaggio ufficiale del Ministro negli Stati Uniti si è concluso a New York, dove ha incontrato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ed il Sottosegretario Generale dell’ONU per il Department of Field Support, Atul Khare.

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