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Esasperazione culturale cronica

di Mauro Seminara

Faber est suae quisque fortunae (Ognuno è artefice del proprio destino), ma anche il più drammatico e popolare “chi è causa del suo male pianga se stesso“, si presta bene alla circostanza storica che vede due insiemi contrapposti andare incontro alla rispettiva triste sorte. Da una parte ci sono i giornali, sempre in crisi di vendite e di influenza sulla popolazione, e dall’altra i lettori che alimentano inesorabilmente un modo di fare giornalismo che non produce nulla di buono per il fruitore e neanche per la testa stessa se non nell’immediatezza di un “clic” estorto con l’inganno. La necessità di parlarne sulla rubrica “Mainstream“, in stand by ormai da svariate settimane per motivi che i nostri lettori conoscono già, nasce dalla sequenza di titoli che da qualche giorno imperversano su testate nazionali e locali. Sono quegli annunci allarmistici sui “positivi al Covid dopo il vaccino”.

Chiaro per tutti, perfino per un NoVax qualunque, che “dopo il vaccino” significa dopo la seconda iniezione del vaccino che nel caso italiano è prodotto da Pfizer Biontech; cioè quando il processo di reazione anticorpi stimolato dal farmaco è completo e quindi è “vaccinato”, quindi immune al virus Sars-CoV-2, il soggetto cui viene iniettato. Dopo la prima iniezione, anche se questa viene fatta davanti una batteria di cameraman, fotografi e giornalisti, il soggetto trattato non è ancora immune perché il processo di immunizzazione non è completo. Questo “dettaglio” però non ha impedito a grandi e piccole testate giornalistiche di proporre titoli come “Siracusa, medico positivo dopo il vaccino anti-Covid: Farò il richiamo” (TgCom24), “Covid, medico di Siracusa positivo sei giorni dopo aver fatto il vaccino” (Corriere della Sera), “Dottoressa di Siracusa già vaccinata positiva al coronavirus” (Il Giornale), solo per fare alcuni esempi.

Molte altre testate o blog specializzati nello smantellamento delle bufale hanno preso di mira la fake news dei sopracitati titoli che, a onor del vero, spesso venivano smentiti già nello stesso contenuto dell’articolo. Di fatto, questi sono i cosiddetti “titoli caccia clic”. Cioè titoli ingannevoli che invitano i lettori a cliccare per leggere il contenuto dell’articolo. Nel caso specifico però il titolo va ben oltre il semplice concetto di “ingannevole”, perché di fatto la notizia non esiste. Se la si volesse titolare correttamente, la “notizia” in questione, bisognerebbe scrivere “Persona non ancora vaccinata risulta positiva al Covid”. E tutti riderebbero di cuore al nonsense pubblicato dalla testata che dovesse avere il coraggio di farlo. Perché di fatto il soggetto cui fanno riferimento questi articoli non si può definire vaccinato in assenza del “richiamo” di vaccino che arriva con la seconda iniezione del farmaco e quindi la notizia non c’é.

Per tornare all’attacco di questo articolo e chiudere la vicenda, “chi è causa del proprio male pianga se stesso” vale quindi per le testate giornalistiche sempre meno autorevoli e sempre più cialtrone, ma anche per i lettori che non leggono contenuti più interessanti e cascano invece puntualmente nella trappola del titolo esasperato, ingannevole se non addirittura falso come in questo caso. Di fatto, a torto o a ragione il titolo ha incuriosito e acchiappato una miriade di clic facili, tra scettici, complottisti, NoVax e semplici persone che si sono giustamente chieste cosa diavolo stia accadendo con questi vaccini. E tra titoli e conseguenti polemiche, i giornali che vivono di “impressioni pubblicitarie”, metodo idi inserzione che contribuisce drasticamente alla distruzione dell’editoria, hanno ottenuto una enorme visibilità. Chi per condividere l’inesistente rischio e chi per condividere la cialtroneria del giornale che ha titolato in maniera così meschina, tutti hanno condiviso sui social gli articoli incriminati. Possiamo quindi asserire che i giornali hanno proposto ai lettori ciò che i lettori vogliono, e che questi sono il prodotto dei giornali che leggono. L’unico neo di tutta questa logica del marketing applicata al giornalismo è che per ogni clic in più estorto oggi si ha un lettore in meno domani perché di fatto il quotidiano perde ogni giorno di più la propria insindacabile autorevolezza; già concretamente smarrita per ragioni politiche. Faber est suae quisque fortunae.

Mauro Seminara: Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.
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