Barcone con 56 migranti dalla Libia a Lampedusa, il terzo in poche ore – FOTO

In porto sulla maggiore delle Pelagie questa mattina un terzo barcone come quelli fotografati del velivolo Moonbird della Ong tedesca SeaWatch il 22 luglio. Sulla barca camere d'aria come ciambelle salvagente di fortuna. A bordo 56 persone migranti partite giorni addietro dalla Libia e giunte autonomamente a Lampedusa dove le autorità marittime hanno assistito "l'ultimo miglio"

Migranti partiti dalla Libia sbarcano a Lampedusa la mattina del 24 luglio 2020

di Mauro Seminara

Anche la seconda barca avvistata dal velivolo Ong “Moonbird” nelle scorse ore aveva raggiunto Lampedusa, fortunatamente, malgrado il soccorso in acque internazionali non sia stato effettuato da nessuna autorità marittima nazionale. Entrambe le barche erano in porto, perse tra la distesa dei barchini e barconi ammassati in quel del molo Favarolo. Con lo stesso tipo di barca e partendo dagli stessi porti libici, sono arrivati questa mattina e, ancora tutti a bordo del barcone in legno sul quale hanno navigato dalla Libia fino a Lampedusa, sono scesi con le proprie gambe al molo Favarolo 56 migranti di varie nazionalità. Le immagini del loro arrivo però tradiscono una discrepanza tra l’attuale concezione di una barca in distress e la necessità di intervento cautelativo SAR (ricerca e soccorso) quando e se la barca sarà finalmente giunta in acque territoriali autonomamente. Sulla barca si vedono infatti giubbotti di salvataggio arancioni e camere d’aria gonfie da utilizzare come ciambelle salvagente in caso di naufragio.

L’impiego di questi dispositivi di soccorso – le camere d’aria – non esattamente omologati per le procedure SAR al momento della loro costruzione in fabbrica, era stato visto già in occasione del naufragio del 23 novembre 2019 a Lampedusa. A lanciare camere d’aria in aiuto delle persone in mare erano stati in quell’occasione i guardacoste dalle loro motovedette, insieme ad alcuni dispositivi, forse un po’ più a norma, con luci lampeggianti e di colore arancione. Non abbiamo riscontro sulla provenienza delle camere d’aria che si vedono abbondanti sul barcone nel porto di Lampedusa, ma la loro presenza sottolinea comunque il rischio di disastro in mare corso dai migranti. A bordo del legno c’erano infatti 56 persone, di varie nazionalità (Bangladesh, Marocco, Algeria) partite dalla Libia, forse da Zuwara, e rimaste in mare parecchio tempo; la Libia dista circa 180 miglia da Lampedusa.

La Ong Sea Watch aveva pubblicato due foto la sera del 22 luglio, poco prima delle venti, ed in entrambe vi erano barconi gremiti di persone partite dalla Libia ed ancora in acque internazionali in evidente condizione di pericolo. Le due barche erano giunte nelle scorse ore a Lampedusa, entrambe approssimativamente l’indomani del rilevamento fotografico da parte del velivolo Ong “Moonbird”. La barca giunta stamane a Lampedusa, come le due precedenti avvistate da Monbird, è stata quindi considerata “sicura”, pur trovandosi a decine di miglia dal primo porto sicuro, carica oltre ogni ragionevole principio di sicurezza marittima e da quel che si vede nella foto della Ong tedesca anche priva di qualsivoglia dispositivo di sicurezza. Fortunatamente questa mattina tutte le 56 persone migranti, in qualche modo, sono arrivate fino a Lampedusa. Chiaramente scortate per l’ultimo miglio e fornite di dispositivi di sicurezza.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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