X

Migranti, quasi 700 in due giorni a Lampedusa e la notizia viola il segreto

di Mauro Seminara

Gli arrivi di migranti, come ha spesso sottolineato anche il sindaco di Lampedusa nei mesi scorsi, non si sono mai fermati. L’unica cosa che si era fermata, o forse era scomparsa, era l’informazione sul caso. La notizia sugli arrivi di migranti in Italia era sostanzialmente sparita dalle pagine dei giornali in coincidenza dell’insediamento del Governo Conte bis con il ministro Luciana Lamorgese al Viminale al posto del leghista Matteo Salvini. La quotidiana propaganda in prima pagina con ogni singolo sbarco e, soprattutto, con ogni nave Ong che aveva soccorso migranti era scomparsa e con essa via via anche semplicemente le notizie che riguardavano eventi migratori. Complice di una distratta stampa nazionale il rigoroso silenzio istituzionale delle parti coinvolte. Pian piano sono venuti meno i comunicati stampa dei Corpi dello Stato, che adesso informano su tutto tranne che su questioni che attengono ai migranti in mare, ed anche la Guardia Costiera annuncia di reti sequestrate a pescatori, di tartarughe e balene salvate ma tace religiosamente quando c’è una barca di migranti in pericolo o da salvare.

L’unica fonte di informazione, priva di qualunque tipo di dettaglio su numero di eventi e località o unità navali intervenute, è il “Cruscotto statistico” del Ministero dell’Interno. Già sensibilmente ridimensionato durante il mandato di Matteo Salvini con l’eliminazione dei dati specifici sui porti di sbarco ed altri dettagli, il “Cruscotto” non ha grande valenza per gli organi di informazione essendo aggiornato in modo consuntivo il giorno successivo. Tra l’altro, a volte con qualche ritardo, altre in modo parziale e comunque con rilevamenti che riportano la seguente dicitura a margine: “I dati si riferiscono agli eventi di sbarco rilevati entro le ore 8:00 del giorno di riferimento“. Ad esempio, consultando questa mattina il “Cruscotto” per la giornata di ieri, 10 luglio 2020, il file del Viminale riporta il dato di 395 “migranti sbarcati” e l’inevitabile e consueta ulteriore precisazione a margine: “Dipartimento della Pubblica sicurezza. I dati sono suscettibili di successivo consolidamento“. Cinque persone in meno rispetto al conteggio tenuto e pubblicato quasi in tempo reale da Mediterraneo Cronaca in riferimento allo stesso periodo che va dalle 00:00 alle 08:00 del 10 luglio 2020.

I dati forniti dal Viminale per la pubblica consultazione si prestano quindi soltanto a comparazioni statistiche con periodi precedenti, mesi o anni. Inutile pensare ad ottenere informazioni dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, ridotto ad ufficio stampa di eventi cerimoniali o per eroici salvataggi di pesci e capace di rompere il silenzio stampa solo per annunciare il quali termini di massima è intervenuta la Guardia Costiera per imporre un fermo amministrativo ad una nave Ong. Perfino l’agenzia umanitaria dell’ONU, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) che opera d’intesa con il Ministero dell’Interno italiano anche all’interno del centro di prima accoglienza di Lampedusa, pare non ritenga di dover rendere di pubblico dominio un quotidiano quadro degli eventi migratori di cui si occupa. Così, per parecchi mesi in Italia – e di conseguenza all’estero – il flusso migratorio attraverso il Mediterraneo centrale pareva scomparso. Come se non parlandone esso non esistesse. Eppure, ai primi di luglio al Ministero dell’Interno risultavano 7.300 persone sbarcate dal primo gennaio 2020, con circa 250 eventi in sei mesi e 339 migranti morti nel Mediterraneo nel corso dello stesso periodo su fonte UNHCR aggiornata al 2 luglio 2020. Di questi oltre trecento cadaveri è importante sottolineare che, sempre secondo l’Alto Commissariato, dalle autorità italiane non ne è stato recuperato neanche uno.

Mancano ormai giorni ad una nuova tornata elettorale per il rinnovo di alcune giunte regionali italiane. Come ormai tutti avranno inteso – fatta eccezione per gli sciocchi – l’emergenza immigrazione non è una vera emergenza ma torna sempre utile per raccogliere voti. Una emergenza di comodo, elettorale, che una parte politica usa per dimostrare che c’è un grave allarme per la sicurezza che si propone di risolvere e un’altra la usa per “dimostrare” di averla già risolta. Manca chi prova a dimostrare agli italiani che non c’è una vera emergenza immigrazione e neanche un vero allarme per la quiete sociale e l’ordine pubblico derivante dagli arrivi di migranti sui barconi; ma del “partito unico del disonore” ha già parlato con la chiarezza che lo distingue il giudice Domenico Gallo ieri nel suo editoriale. In vista delle prossime elezioni regionali torna quindi in scaletta di giornali e telegiornali gli “sbarchi”. A facilitare l’inserimento in pagina sono state un paio di notizie in particolare: quella sul fermo, amministrativo o per quarantena, ad un paio di navi Ong e quella dell’arrivo di un barcone di migranti – carico come non se ne vedevano da anni – che ha contribuito a fare impennare drasticamente la statistica giornaliera.

Nel corso delle giornate di giovedì 9 e venerdì 10 luglio di quest’anno, solo sull’isola italiana di Lampedusa sono arrivati quasi 700 migranti. Sono sbarcati 136 il 9 luglio e 557 sono arrivati il giorno successivo, quando la media è stata alzata dal barcone con 286 persone partito dalla Libia. Fatta eccezione per il gremito barcone, quasi tutti i migranti approdati a Lampedusa sono di nazionalità e provenienza tunisina, quindi estranei al tema del “pull factor” (fattore di attrazione) delle navi Ong che tanto piace in campagna elettorale. Tra l’altro, tutte le navi delle organizzazioni non governative, quale per un motivo e quale per un altro, sono ferme e nessuna attribuzione di fattore di attrazione può essere imputata loro in questo periodo di incremento delle partenze di migranti nel Mediterraneo. Su questa farsa del “pull factor”, pur ampiamente dimostrata l’insussistenza del rapporto già in precedenza, era stata impiantata tutta la campagna di criminalizzazione e persecuzione delle Ong nel corso di tre diversi governi italiani. Ancora oggi, malgrado la raffica di barche arrivate in Italia, ed in particolare a Lampedusa, le navi Ong vengono viste come da parte dell’opinione pubblica come dei cargo che vanno a caricare migranti come fossero merce. Ma togliendo di mezzo l’opportunismo sulle Ong per fini politici, quel che rimane è che nel Mediterraneo sono morti 339 migranti in un tratto di mare in cui quasi nessuno soccorre le barche in difficoltà ed i più attivi sono i libici, che fermano i migranti per riportarli indietro con frequenti conseguenze sul piano delle vittime.

Mauro Seminara: Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

View Comments (1)

  • Basta con il doppio gioco dei vari Martello, di fatto promotori di un'invasione parassitaria e assistenzialista. In Tunisia non v'è guerra né dittaruta. A Giggino basterebbe una dura nota di protesta (con minaccia di ritorsioni) verso Tunisi, e il problema sarebbe risolto. Governo di complici e inetti

Related Post