Migrazioni, cento persone al giorno dalla Tunisia (senza pull factor) – FOTO

Raffica di barchini tunisini a Lampedusa con circa 15 barche in 24 ore e anche sbarchi autonomi sull'isola. Circa 150 persone approdate sull'isola adesso in difficoltà per il viavai continuo delle motovedette che intervengono entro le acque territoriali e per i trasferimenti dall'isola con un CPSA di soli 96 posti

Quinto sbarco del 30 giugno 2020 a Lampedusa con 28 migranti su motovedetta SAR della Guardia Costiera

di Mauro Seminara

Il mito propagandistico del fattore di attrazione, il “pull factor” di cui spesso si sente parlare quando il dibattito si sposta sui soccorsi in mare, crolla definitivamente di fronte al flusso migratorio che dalla Tunisia vede partire ogni giorno un centinaio di migranti nordafricani. Ieri, dopo il quarto sbarco a Lampedusa, di cui abbiamo dato notizia, sull’isola sono arrivate altre due volte le motovedette della Guardia Costiera cariche di harragas nordafricani.

La presenza di barchini tunisini in acque territoriali era tale da permettere ai guardacoste di raggruppare le persone a bordo prima di entrare in porto per lo sbarco. Alle 20:30 è infatti approdata al molo Favarolo una SAR classe 300 della Guardia Costiera con 32 migranti di nazionalità tunisina. Giusto il tempo di liberare l’ormeggio e una seconda motovedetta dello stesso tipo ha lanciato le cime alle bitte del molo militarizzato per far sbarcare 21 persone migranti divise a bordo in un gruppo di 14 ed un altro di 7 (foto sotto).

Alle 21:30 erano già una decina le barche su cui erano intervenute le motovedette ed il totale delle persone sbarcate a Lampedusa circa cento. Un numero importante, sia nell’ottica dei continui interventi sotto costa operati dalle motovedette costrette al viavai in entrata ed uscita dal porto, ma anche per il flusso di accessi e trasferimenti dal centro di prima accoglienza che questa notte è arrivato ad ospitare circa il triplo delle persone che potrebbe accogliere.  

Alle barche intercettate in mare si sono poi aggiunti gli arrivi a terra, con sbarchi autonomi rivelati dalla presenza degli stessi migranti che a Lampedusa non possono sfuggire ad una segnalazione e quindi all’intervento delle forze dell’ordine. Sono stati rintracciati a terra 27 migranti approdati in completa autonomia a Lampedusa in due diversi eventi, uno di 19 persone e l’altro di 8. Questi ultimi due eventi sono avvenuti dopo mezzanotte, quindi già in statistica registrata con data 1 luglio.

La mattina di Lampedusa è iniziata con altri tre eventi, uno dei quali relativo ad una malconcia barca di resina, bianca, di piccole dimensioni, con a bordo dei disabili (Sotto la foto delle barche dei due sbarchi autonomi). Il numero complessivo dei migranti imbarcati era di 7 persone. A questo, sempre alle prime luci si aggiungono poi una barca con 5 migranti ed infine una con 8 fermata dalla Guardia Costiera che li ha presi a bordo per sbarcarli al molo Favarolo. In 24 ore, con beneficio di errore, sono arrivate a Lampedusa circa 15 barche per oltre 150 persone. Tutte partite dalla Tunisia e tutti migranti di nazionalità tunisina.

La rotta dei migranti tunisini viene sorvolata costantemente dai velivoli da ricognizione in assetto Frontex, ma non è un tratto di mare in cui operano navi Ong, navi della Marina Militare, di operazioni internazionali come quella sulla vigilanza dell’embargo sulle armi in Libia denominata “IRINI”. Dalla Tunisia a Lampedusa, o anche alla costa siciliana, non c’è alcun fattore di attrazione oltre quello della possibilità di compiere la traversata, con una distanza che varia tra le 80 e le 120 miglia secondo il porto tunisino di partenza. Eppure, proprio la rotta tunisina è quella che adesso sta mettendo in evidente difficoltà la gestione italiana dei flussi migratori irregolari. Paradossalmente, la dove stanno operando le criminalizzate Organizzazioni non governative, i migranti salvati dal mare vedono dei porti di sbarco sicuri e controllati, la possibilità di gestire un periodo di isolamento per l’emergenza sanitaria Covid-19 ed in generale l’identificazione e la procedura di reciproca garanzia – per i migranti, potenziali richiedenti asilo, ed anche per il Paese che li accoglie – a differenza degli sbarchi autonomi a volte “fantasma”.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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