Lampedusa, quarto sbarco di migranti in poche ore – FOTO

Quarto evento in un giorno a Lampedusa con un intervento della Guardia Costiera in acque territoriali per altri 28 migranti di nazionalità tunisina. Oggi sono già 45 i migranti giunti in autonomia fino alla maggiore delle Pelagie. Nel centro di prima accoglienza ci sono oltre 150 ospiti a fronte di una capienza di 96

La motovedetta della Guardia Costiera rientra in porto a Lampedusa con a bordo i 28 migranti del quarto sbarco del 30 giugno 2020

di Mauro Seminara

Sono arrivati in porto a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera i migranti di nazionalità tunisina del quarto sbarco di Lampedusa in poche ore. A bordo della unità SAR classe 300 erano in 28, presi a breve distanza dalla costa sul versante ovest dell’isola. Una barca con un numero maggiore rispetto alle tre precedenti che avevano a bordo rispettivamente 7, poi 5 ed infine altri 5 migranti tunisini. Tutte però hanno raggiunto in autonomia le acque di Lampedusa prima di trovarsi una motovedetta davanti. L’intervento delle autorità marittime, ormai notoriamente ritiratesi al SAR (ricerca e soccorso) entro le 12 miglia, si limita all’assistenza dell’ultimo metaforico miglio di navigazione.

Foto: La motovedetta con ancora a bordo i 28 migranti del quarto sbarco odierno

Da Lampedusa però hanno preso il volo due velivoli in assetto Frontex – un aereo ed un elicottero – e fa base sulla maggiore delle Pelagie anche il nuovo velivolo della Ong tedesca Sea Watch, il Seabird. Le imbarcazioni cariche di migranti che navigano in direzione delle acque territoriali italiane vengono solitamente avvistate a grande distanza dall’arcipelago italiano delle Pelagie. L’intervento è però limitato al “law enforcement” (attività di polizia) in acque territoriali. Lo confermerebbe, ancora oggi, la presenza a meno di 40 miglia da Lampedusa, a sudovest dell’isola, di una barca segnalata da Alarm Phone con circa 47 persone a bordo che pare sia in avaria, alla deriva, ed in mare da tre giorni stando a quanto affermato dalla centrale di allarme telefonico civile per il soccorso marittimo.

Lo scorso anno, ad ottobre e poi a novembre in bis, sotto costa della maggiore delle Pelagie si sono consumati due naufragi che i guardacoste si sono visti inabissare sotto gli occhi. Le due barche avevano raggiunto le acque territoriali italiane di Lampedusa ed a brevissima distanza dalla costa dell’isola, mentre le motovedette manovravano per l’intervento di fermo e trasbordo per il cosiddetto ultimo miglio, le barche si sono capovolte e sono finite in mare decine di persone. Finite in mare anche decine di vittime. Il recupero dei corpi ha impegnato la Guardia Costiera, solitamente preposta a salvare vite in mare ma in quel caso nel suo inedito ruolo di becchino, per settimane ed a Lampedusa sono rimaste anche mesi alcune bare con vittime cui trovare sepoltura. La notte tra il 6 ed il 7 ottobre 2019 erano circa 50 i migranti del naufragio da cui si sono slavate soltanto 22 persone. Molte donne tra le vittime. Stessa scena il 23 novembre, quando sulla barca che si è rovesciata davanti gli occhi dei guardacoste c’erano circa 170 persone. In questo caso si sono salvati 143 migranti, ma il recupero delle vittime è stato un calvario reso tale dalle condizioni meteo avverse già dalla notte del naufragio.

Oggi sono sbarcati a Lampedusa 45 migranti da quattro distinti eventi ed il centro di prima accoglienza accusa un momento di difficoltà logistica dovuta al rallentamento dei trasferimenti verso altre strutture del territorio nazionale. I migranti che approdano a Lampedusa vengono trasferiti mediante nave traghetto di linea in Sicilia e dal porto agrigentino di Porto Empedocle poi smistati in altre strutture delle province siciliane. A far fronte alla prima accoglienza, adesso anche all’isolamento Covid-19 di 14 giorni, sono sempre le strutture siciliane o al massimo la “nave quarantena” Moby Zazà. L’incremento dei flussi tunisini e libici sta probabilmente causando una congestione delle strutture immobilizzate dalle quarantene e Lampedusa ha oggi saltato un giro di partenze trovandosi così con oltre 150 persone ospitate in una struttura limitata a 96 posti. I lavori di ricostruzione dei padiglioni danneggiati dalle fiamme sono ancora fermi e l’estate, la stagione degli sbarchi, è iniziata a pieno ritmo.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*