Rimpatri di italiani e quarantene di migranti, discriminazioni razziali a Palermo

Una nave con 92 persone a bordo è arrivata questa mattina dalla Tunisia e dopo lo sbarco a Palermo ai passeggeri è stato consegnato di attenersi alla quarantena a casa propria. Su altra nave ci sono altri 182 ospiti, tutti negativi al Covid-19, che devono finire di scontare la quarantena a bordo

di Mauro Seminara

Questa mattina a Palermo è arrivata la nave Atlas della compagnia di Navigazione Grandi Navi Veloci. La nave passeggeri, partita dalla Tunisia, ha visto ieri un trionfo di congratulazioni e ringraziamenti – appena lasciato il porto nordafricano – tra Ambasciate e Governi regionali e nazionali per il prodigioso evento. A bordo c’erano 92 passeggeri italiani che erano rimasti bloccati in Tunisia a causa dell’emergenza pandemia Covid-19. Le autorità italiane e tunisine si sono adoperate per far tornare a casa gli italiani rimasti fino a ieri in Tunisia e la nave della GNV ha effettuato il trasferimento in patria. “L’Ambasciata (italiana in Tunisia, nda) ringrazia GNV, il Ministero degli Affari Esteri e tutte le Autorità statali e regionali coinvolte nell’organizzazione di questa nuova operazione di rimpatrio“, ha anche twittato il profilo ufficiale dell’Ambasciata d’Italia a Tunisi. All’arrivo nel porto del capoluogo siciliano sono state disposte le consegne per i 92 passeggeri provenienti dal nord Africa: tutti a casa per 14 giorni di isolamento. Nessuna disposizione di quarantena per la Atlas, la nave di GNV che ha traghettato 92 persone dalla Tunisia fino alla Sicilia.

A breve distanza dalla banchina del porto di Palermo in cui è comodamente ormeggiata la Atlas di GNV c’è la Raffaele Rubattino di CIN (Tirrenia, oggi Compagnia Italiana di Navigazione). Sulla Rubattino, ferma a meno di un miglio dal grande bacino del cantiere navale palermitano, ci sono 182 persone che scontano la loro quarantena in mare. Sono i migranti soccorsi dalle navi Ong Alan Kurdi e Aita Mari, trasferiti sulla nave da 180 metri dell’armatore Vincenzo Onorato in seguito ad emergenza dovuta al decreto interministeriale con cui il proponente Ministero dei Trasporti aveva definito i porti italiani “non sicuri”. Porti italiani “unsafe” però per una specifica tipologia di eventi SAR in cui – dal giorno della firma del decreto fino ad oggi – sono rientrate soltanto le due navi umanitarie Alan Kurdi e Aita Mari. Alle 182 persone a bordo della Rubattino, a differenza delle 92 arrivate a bordo della Atlas, è stato fatto il tampone diversi giorni dopo l’imbarco e tutte sono risultate negative. Alle due navi umanitarie invece è stato imposto un fermo di quarantena a largo di Palermo di 14 giorni. Nessuno, tra naufraghi soccorsi nei giorni 6 aprile (i 150 di Alan Kurdi) e 13 aprile (i 43 di Aita Mari) ed equipaggi delle due navi, ha manifestato sintomi di sospetto Covid-19 nei rispettivi 22 e 15 giorni dal soccorso in mare.

La notizia dei tamponi negativi sulla Rubattino è del 22 aprile, e già il primo maggio dovrebbe terminare la quarantena dei 146 migranti soccorsi il 6 aprile dalla Alan Kurdi. Salvo che il successivo trasbordo dalla Aita Mari non abbia resettato il periodo di isolamento iniziato tre giorni prima. Si pone adesso il problema del ricollocamento delle persone a bordo della costosa – non si sa quanto – nave Raffaele Rubattino. Come un evento storico è stato salutato il rimpatrio degli italiani dalla Tunisia, come un evento improbabile si potrà considerare un immediato ricollocamento dei potenziali richiedenti asilo che sono stati isolati sulla nave a largo di Palermo. Non è dato sapere se a bordo della nave noleggiata ad hoc per la circostanza siano stati identificati i migranti sottoposti a quarantena – che perdura malgrado i tamponi negativi – e se è previsto un passaggio intermedio in altra struttura per migranti prima di una eventuale gestione del piano di ricollocamento in altri Stati membri. Un eventuale trattenimento oltre il quattordicesimo giorno rappresenterebbe un sequestro di persone che non potranno chiedere protezione internazionale perché – inutilmente – private della libertà personale. Condotta che, ovviamente, non è stata posta in essere per i 92 emigrati rimpatriati oggi e spediti a casa per una serena quarantena domestica pur provenendo dalla Tunisia.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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