Scuola dell’obbligo e social facoltativi

Secondo Matteo Salvini, che non accetta neanche il giudizio della Suprema Corte di Cassazione, il contatto tra la Sea Watch 3 e la Guardia di Finanza fu "speronamento". In questo caso però non c'è bisogno degli ermellini della Suprema Corte ma basta un dizionario della lingua italiana a dargli torto

Matteo Salvini non accetta che la Corte di Cassazione gli abbia dato definitivamente torto sul caso della capitana Carola Rackete per l’episodio che si era concluso con un arresto poi non convalidato. La Suprema Corte ha stabilito che la capitana agì bene, ed il “capitano” invece twitta ancora sullo “speronamento”. Pare quindi che in tutti questi mesi il senatore – ex ministro dell’Interno – non abbia mai trovato il tempo per aprire un dizionario della lingua italiana e cercare la voce “speronamento”. Eppure dovrebbe, visto che proprio Carola Rackete lo querelò per diffamazione e che i suoi tweet sulla capitana finiranno con ogni probabilità in Tribunale insieme all’autore.

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