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Macron a destra contro i migranti, limitazioni anche ai richiedenti asilo

di Mauro Seminara

Tra le politiche adottate da Matteo Salvini nel corso del suo mandato e quelle ancora in uso tra gli Stati membri ed anche in Unione europea, oltre che mantenute in Italia, non c’era e non c’é alcuna differenza. Ciò che rendeva incompatibile il Governo con Salvini vicepremier e l’Unione europea era lo strombazzare violazioni dei Trattati internazionali come non fossero punibili ai fini di legge. Tolto l’ingombrante leader leghista di mezzo, grazie allo stesso leader leghista che si è condotto alla porta da solo, è risultata invariata la politica italiana nei confronti dei flussi migratori e dei soccorsi ai barconi. Anzi, il Parlamento non ha preteso di proporre una mozione per ridiscutere gli accordi del Memorandum Italia-Libia ed ha lasciato che si rinnovasse con omaggio alla proroga il “codice di condotta” di Tripoli. Anche la Francia però non lascia alcun margine al dubbio sulla reverenziale politica di destra estrema circa i migranti.

Edouard Philippe, primo ministro nominato da Emmanuel Macron, ha annunciato oggi un nuovo pacchetto sulle politiche francesi in materia di flussi migratori. Secondo l’agenzia Reuters, che ne da notizia da Parigi, il pacchetto annunciato per conto dell’Eliseo è un chiaro strizzare l’occhio alle correnti di destra ed al loro elettorato. Non a caso, anche la Reuters riporta due frasi chiave pronunciate dal primo ministro Edouard Philippe: “Vogliamo riprendere il controllo della nostra politica sull’immigrazione” e “Ciò significa che quando diciamo sì, significa davvero sì, e quando diciamo no, significa davvero no”. Tra le riforme ci sono anche aspetti che tanto ricordano un “prima gli italiani” in salsa francese e che allo stesso tempo risultano controproducenti per la sicurezza di italiani e francesi. Una di queste è il ritiro dell’accesso a cure sanitarie non urgenti, nel servizio nazionale francese, ai nuovi richiedenti asilo e fino alla eventuale concessione dello status richiesto.

Nel corso degli anni è stato più volte paragonato l’ex premier italiano, Matteo Renzi, al presidente francese Emmanuel Macron. Entrambi condividono, comunque ed ancora oggi, una ideologia politica di sedicente centrosinistra con evidente ammiccamento al centrodestra. Un fattore comune ad entrambi i confinanti alpini ma anche a molti Stati membri dell’Unione. Come in Italia per il timido centrosinistra con tendenze destrorse, in Francia non c’è una sinistra convinta che possa opporsi alla ben contornata destra estrema che avanza. E Macron in Francia si appresta a commettere gli stessi errori italiani. Il suo “Salvini-Meloni” si chiama però Marine Le Pen. La nazionalista francese gode di un alto consenso in Francia, come il duo Lega-FdI nel fu Bel Paese, e per contrastarla sullo stesso campo, Macron ha deciso di concedere riforme gradite alla destra ma che faranno perdere l’elettorato moderato e di sinistra. E come l’Italia insegna, tra una copia moderata e l’originale vince sempre l’originale.

“Penso che abbiamo trovato il giusto equilibrio tra rassicurare i nostri cittadini e non dare terreno al populismo”, ha detto oggi il primo ministro francese Edouard Philippe. Un po’ ed un po’ quindi. Quel tipo di politica che non ha idee ed annuncia riforme sulla base dei sondaggi invece che su quella di ricerca scientifica. La visione della Reuters, linea condivisa da gran parte della stampa nazionale europea, è chiaramente contenuta in questo periodo: “L’amministrazione centrista di Macron ha finora resistito alla pressione dei rivali di destra sull’immigrazione, ma annunciando le nuove misure si unisce ad altri Stati europei tra cui Italia, Gran Bretagna e Svezia, che hanno optato per l’adozione di approcci più severi sui migranti”. Tra le novità francesi ci sono gli sgomberi di alcuni centri per migranti, la riduzione del diritto alla salute per i nuovi richiedenti asilo e le quote per ridurre anche il numero dei migranti lavoratori. E dalle ruspe alla riduzione dei diritti, sembrano tutte cose già viste in Italia.

Mauro Seminara: Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.
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