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    Categories: Editoriali

Voce del verbo “contenere”

di Mauro Seminara

L’indole del politico di razza si evince anche dall’intenzionalità con cui una persona che ricopre un incarico istituzionale concede affermazioni che possono essere più gradite dalla platea che si trova davanti. Il concetto di “politico di razza” però, in questo caso, non riguarda l’accezione più alta della politica ma quella del procacciatore di consenso; ed il soggetto in questione è il premier Giuseppe Conte. Al consueto incontro dei giovani missini, Atreju, il presidente del Consiglio dei ministri non ha risparmiato la sua presenza. Circostanza che è già di per se imbarazzante, essendo egli il capo del Governo della Repubblica italiana e loro quelli che manifestavano in piazza Montecitorio il giorno della fiducia al nuovo esecutivo; oltre che gli urlatori di “blocco navale!” seguaci di chi blatera di affondare le navi delle Ong.

Ancor più imbarazzante è quanto il presidente Conte ha affermato per strappare l’applauso alla platea di simpatici “moderati” Fratelli d’Italia sul tema – forse unico di interesse dei giovani e meno giovani missini – dei flussi migratori: “Voglio ringraziare qui tutti i nostri apparati perché vi posso assicurare che la guardia costiera libica, supportata dal nostro intervento, ogni giorno contiene centinaia – ma proprio centinaia – di migranti”. Una frase che è motivo unico per molteplici interrogativi: Conte andava a braccio ed ha improvvisato una simile vergogna verbale? La parola “contiene” l’ha suggerita l’esperto comunicatore Rocco Casalino? Conte non sa del rapporto delle Nazioni Unite firmato dal segretario generale e trasmesso alla Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite su omicidi, sparizioni, stupri, sequestri e torture? Oppure è consapevole di tutto ma voleva comunque riscontrare un minimo consenso con i sostenitori del blocco navale dal braccio teso alzato?

Tra i sinonimi di significato del verbo “contenere” ci sono anche “frenarsi” e “moderarsi”. Cose che avrebbe forse dovuto fare Giuseppe Conte davanti i giovani missini di Atreju. Il suo scarso controllo lo ha invece indotto a dare merito alla sedicente guardia costiera libica, quella che lancia patate alle navi che soccorrono persone e che trascina migranti sotto le motovedette uccidendoli, quella che costringe la Marina Militare italiana a pararsi davanti con un elicottero per frenarne la folle corsa omicida, quella che lascia i rottami di un gommone da cui ha preso i migranti da “contenere” e dimentica qualche cadavere ed una sopravvissuta, di “contenere” ogni giorno centinaia di migranti. Esattamente come se l’Italia fosse esentata dal dare il proprio contributo all’evoluzione globale della civiltà e quindi quello che accade in Libia ad esseri umani, con la complice partecipazione del “Bel Paese”, non fosse minimamente affar nostro.

Avventato quindi anche il lodare i “nostri apparati” in un momento in cui, se il rapporto complessivo delle Nazioni Unite dimostra la complicità nel traffico di esseri umani da parte della cosiddetta guardia costiera libica e della sedicente polizia libica (che spara ed uccide i migranti se non vogliono tornare nei lager), l’Italia dovrà spiegare se i propri “apparati” ne erano a conoscenza e pertanto complici oppure si parla solo decine di milioni di euro buttati nella pattumiera dell’incompetenza con libici che commettevano efferati crimini sotto il naso degli italiani che li dovevano affiancare per trasmettere il know-how di cui il signor Giuseppe Conte va fiero. Chissà se c’è un giudice a Berlino, e se questo si è accorto delle continue ammissioni di responsabilità dei governanti – di bassa lega – italiani che vantano con orgoglio sequestri, deportazioni su commissione ed altri “meriti” del loro operato da ventesimo secolo.

Mauro Seminara: Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.
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