Erano partiti dalla costa tunisina gli harragas, i giovani nordafricani intenzionati a “bruciare la frontiera” in un momento di confusione elettorale per la Tunisia. La loro imbarcazione è naufragata a circa dieci chilometri da Sfax, non lontano da Lampedusa. Sono ancora in corso, da questa mattina, le operazioni di ricerca e soccorso cui stanno partecipando i pescatori oltre alla Guardia Costiera della Tunisia. Il primo bilancio, che lascia scarso margine alla speranza, è di otto corpi recuperati sul totale di 25 persone che sarebbero rimaste vittime del naufragio. Inizialmente erano stati salvati da pescatori tunisini nove migranti e recuperati soltanto due corpi. Dei restanti 14 dispersi sono stati attualmente recuperati altri sei corpi. La Guardia Costiera tunisina sta portando le vittime a Sfax, dove sono stati subito accolti i superstiti per le prime cure.
Articoli correlati
Lampedusa, la “protesta a oltranza” finisce per cena
“Dobbiamo dormire qui o morire qui!”, aveva dichiarato uno dei circa cento migranti tunisini che ieri avevano inscenato un sit-in di protesta contro il mancato trasferimento in Sicilia. Si presentavano quindi determinati ed intenzionati a [Leggi tutto l'articolo]
Soccorritore del 3 ottobre scrive a Legambiente: “Spero non abbia cambiato idea per motivi politici”
Vito Fiorino, uno dei soccorritori che da Lampedusa ha salvato insieme ai suoi amici decine di sopravvissuti la notte del 3 ottobre 2013, è l’ostinato artefice del memoriale che raccoglie e salva – questa volta [Leggi tutto l'articolo]
Migranti, Gino Strada sul Governo: “Metà fascisti e metà coglioni”
Il M5s sulla linea di Salvini “è un segnale terribile. Quando alla fine si è governati da una banda dove una metà sono fascisti e l’altra metà sono coglioni non c’è una grande prospettiva per [Leggi tutto l'articolo]
Commenta per primo