Due ufficiali italiani rinviati a giudizio per “il naufragio dei bambini” del 2013

Gli ufficiali della Marina Militare e della Guardia Costiera in servizio quando in area SAR maltese naufragò il barcone che uccise 268 siriani in fuga dalla guerra sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di rifiuto d'atti d'ufficio e omicidio colposo. L'episodio veniva trattato dalla fiction che Rai mise in onda nel 2014 con il titolo "La scelta di Catia", ma mancavano tutti i pregressi sugli ordini ricevuti a bordo da Catia Pellegrino

L'equipaggio di Nave Libra, della Marina Militare italiana, in una sequenza del docufilm "La scelta di Catia"

Nel docufilm Rai sulla prima comandante donna di una nave della Marina Militare italiana, trasmessa nel 2014 da Rai Tre, la vicenda del naufragio dell’11 ottobre 2013 veniva trattata con patos attraverso il racconto di Catia Pellegrino. Ma in “La scelta di Catia“, mandata in onda malgrado l’inchiesta giudiziaria aperta per l’ipotesi di omissione di soccorso costata la vita a 268 persone fuggite dalla Siria in guerra, tra i quali circa 60 bambini, l’episodio affrontato dalla comandante veniva affrontato con una lunga omissione dei fatti nel frattempo vagliati dalla Procura della Repubblica di Roma e dalla Procura Militare. A distanza di sei lunghissimi anni dalla scomparsa di quelle 268 persone sprofondate nell’abisso del Mediterraneo a causa di un meschino braccio di ferro tra Italia e Malta sulla competenza del soccorso, il gup di Roma ha rinviato a giudizio due ufficiali italiani responsabili delle decisioni trasmesse a chi poteva raggiungere il barcone e salvare tutti i profughi che vi erano a bordo. L’ufficiale responsabile della sala operativa della Guardia Costiera, Leopoldo Manna, e il comandante della sala operativa della Squadra navale della Marina, Luca Licciardi, dovranno rispondere di quel disastro per le ipotesi accusatorie di rifiuto d’atti d’ufficio e omicidio colposo contestate dal procuratore Sergio Colaiocco.

Il processo, che vede la sua udienza con i due ufficiali sul banco degli imputati fissata per il 3 dicembre davanti alla Seconda Sezione penale del Tribunale di Roma, potrebbe aprire una nuova verità capace di sgretolare quel magnifico e romantico racconto della fiction Rai in cui la Marina Militare appariva quale speranzosa dea della provvidenza sul luogo di un naufragio che essa stessa poteva evitare. Il docufilm, in ogni caso, andò in onda l’anno successivo a quello dell’orrendo ottobre 2013 – in cui persero la vita 366 migranti al largo di Lampedusa il 3 e altri 268 al largo di Malta l’11 – pur essendo in corso un’inchiesta sugli eventi che alimentarono l’enorme cimitero liquido del Mediterraneo.

Diversa la scelta della Tv del “Servizio pubblico” per le fiction che raccontavano la storia del sindaco di Riace con la sua realizzazione di un nuovo efficiente modello di accoglienza ed inclusione e quella del medico di Lampedusa con il suo trascorso in prima linea sul fronte dei flussi migratori e le innumerevoli ispezioni cadaveriche fatte proprio ad uno dei due terribili naufragi di quell’insano ottobre del 2013. La decisione sulla fiction in cui Beppe Fiorello interpretava Mimmo Lucano era stata motivata con l’inchiesta a carico del sindaco di Riace. Quella sulla fiction in cui Sergio Castellitto vestiva i panni del dottor Pietro Bartolo pare non abbia neanche una ufficiale motivazione per la cancellazione dal palinsesto. Un giorno, forse, al termine di un processo che si prevede lungo e difficile, scopriremo la verità su una parte estremamente importante della fiction “La scelta di Catia” e quindi su quali ordini Catia Pellegrino ricevette ed eseguì allontanandosi dalla scena ed omettendo il soccorso al secondo maxi naufragio dell’ottobre 2013.

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