Conte a Bruxelles, Von der Leyen: “A Gentiloni flessibilità”. Conte: “L’Italia è più forte”

Margini di apertura su rimodulazione della flessibilità entro le regole Ue da parte della commissaria. Conte a Bruxelles per incontro con Von der Leyen, legge di bilancio e revisione Dublino. A Roma si discute per la nomina di 42 sottosegretari dopo la fiducia incassata ieri dal Governo Conte bis

di Mauro Seminara

Il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, appena incassata la fiducia del Parlamento – superata ieri con scarso margine al Senato – ha subito preparato il suo viaggio odierno a Bruxelles. Il capo dell’esecutivo M5S-PD parte da Roma motivato con ottimistiche affermazioni affidate al suo account social: “L’Italia oggi è più forte, e con il nuovo Governo intendiamo svolgere un ruolo di primo piano in questa fase di rinnovamento dell’Unione europea”. Sempre all’insegna dell’ottimismo, Giuseppe Conte afferma che la sua determinazione “è massima” e che confida di poter “riscontrare un elevato grado di convergenza con la nuova Commissione europea”. Tra gli incontri in agenda c’è infatti anche quello con la commissaria dell’Unione europea Ursula Von der Leyen. A margine della presentazione, ieri, della squadra di commissari che la affiancherà, Von der Leyen aveva rilasciato qualche dichiarazione anche sulla scelta di Paolo Gentiloni quale commissario agli Affari economici dell’Unione. Dichiarazioni rese in sede europea, con opportuna investitura ufficiale, che sembrano rispondere al messaggio che il presidente della Repubblica italiano aveva inviato e reso quindi pubblico nel corso del Forum Ambrosetti di Cernobbio. In quell’occasione, Sergio Mattarella aveva parlato di una necessaria revisione del Patto di stabilità attesa adesso dal nuovo corso europeo. Un messaggio chiaramente rivolto alla nuova Commissione, e con essa a tutti gli Stati membri, oppure un annuncio “spoiler” del presidente già a parte di attività politica europea volta a disinnescare il crescente populismo europeo di estrema destra.

Come in continuità con le parole di Mattarella, ieri Ursula Von der Leyen ha dichiarato che il commissario italiano Paolo Gentiloni “sa bene quali sono le sfide che si dovranno affrontare” e che il Patto di stabilità “si dovrà applicare senza violare la prevista flessibilità”. Un margine di apertura, non molto in vero, sul fronte della richiesta consegnata con il sigillo del Quirinale a Bruxelles. La commissaria ha infatti dichiarato in modo chiaro le aspettative dal lavoro della sua squadra: “Vogliamo un’economia più forte e un’Europa più forte”. Dichiarazione in linea con quanto la designazione di Ursula Von der Leyen faceva intendere sin dall’inizio, alla quale la commissaria tedesca sponsorizzata da Angela Merkel ha aggiunto: “Sappiamo quali sono i limiti, e la flessibilità è chiara, ma dobbiamo discutere nell’ambito di queste regole”. Von der Leyen stempera quindi l’allarmismo che la proposta di Mattarella aveva innescato in alcuni Stati membri di impronta maggiormente sovranista come l’Austria, il cui premier Sebastian Kurz si era premurato a dire – quando la percezione che il messaggio di Mattarella non fosse uno sparo nel buio – che il suo Paese non intendeva pagare il debito dell’Italia.

L’affermazione dell’austriaco Kurz è stata resa alla stampa tra il messaggio di Mattarella e l’ufficializzazione del ruolo di commissario agli Affari economici Ue per Gentiloni. In pieno subbuglio europeo per la programmazione del piano di rilancio economico da affrontare mentre perfino la Germania registra una provvisoria battuta d’arresto sulla crescita. Aspetti che costituiscono punti di svantaggio ma anche di vantaggio per l’Italia. Il rallentamento del Pil della corazzata Germania rende inevitabilmente più basso il divario tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi. Uno spread favorevole all’Italia che quindi saprà di avere un periodo di vantaggio in cui i tassi di interesse rimarranno contenuti. La partita che avrà inizio oggi, con la fitta agenda di Conte a Bruxelles, andrà giocata con la massima astuzia per riuscire a bloccare l’aumento Iva che l’Italia ha in obbligo quale clausola di salvaguardia ed a quadro consumi quindi invariato ottenere un successivo margine di flessibilità con il quale rivedere il Patto di stabilità che sta asfissiando gli enti locali e fermando l’occupazione.

Il dato OCSE di ieri vede la disoccupazione in Italia al 9,9% ed in aumento. Segno che le politiche degli ultimi tempi, ed in particolare quelle del Governo M5S-Lega che aveva iniettato liquidità con il malriuscito esperimento di “reddito di cittadinanza”, non avevano sortito alcun effetto. A differenza della Germania, che vede stabile il tasso di disoccupazione, in linea con la media OCSE (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ndr), stabile e pari al 5,2% per il quarto mese consecutivo, quello italiano paventa scenari critici dai quali bisogna subito allontanare il Paese. La legge di bilancio che il Governo italiano si appresta a varare dovrà quindi essere una completa rimodulazione degli investimenti a bilancio invariato, ma con margini di adeguamento a punti di “sforamento” che dovranno confidare nel ruolo europeo di Paolo Gentiloni ma sempre tenendo conto che il presidente del PD e commissario agli Affari economici Ue deve relazionare al suo supervisore: il rigido lettone Valdis Dombrovskis. Un’impresa ardua per il presidente del Consiglio italiano che ha alle sue spalle una guerriglia sulla nomina di 42 sottosegretari di nuova maggioranza e deve anche aprire il primo vero tavolo europeo con cui rivedere drasticamente le regole sulla gestione dei flussi migratori e la loro ricollocazione. Almeno su questo però la commissaria Von der Leyen è stata meno ambigua asserendo che la revisione del Regolamento di Dublino è una delle priorità.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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