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Salvini è disperato, ed anche la Bestia. Il nulla del “caso Sanfilippo”

Il giornalista radiofonico Rai Fabio Sanfilippo

Il giornalista Fabio Sanfilippo, dipendente Rai e da sempre attivo nella vita privata per i diritti umani di chiunque, ha deciso di pubblicare sul proprio profilo una lettera aperta a Matteo Salvini, taggandolo, il giorno in cui il presidente incaricato Giuseppe Conte ha sciolto la riserva annunciando la lista dei ministri che hanno poi formato il nuovo esecutivo. Sanfilippo non le manda a dire all’appena “ex” ministro Salvini e ricorda al sedicente grande leader politico di essersi “impiccato da solo”. Questa, come altre metafore, è stata presa dalla batteria di fuoco della tifoseria salviniana per aggredire il giornalista che nella stessa lettera aperta indirizzata al segretario del Carroccio premetteva: “Ma io sono stato un leale avversario fin dagli albori, quindi posso permettermi questa missiva aperta, nemico mio”.

La macchina si è attivata e Sanfilippo è stato spinto nel tritacarne squadrista come il peggiore avversario politico. Uno degli ultimi colpi disperati di chi, pur di avere argomenti con cui distogliere l’attenzione da uno dei più clamorosi suicidi politici della storia della Repubblica, accusa altri di invitarlo al suicidio. Se non altro, con questo tam tam sul post di Fabio Sanfilippo, la parte che si dichiara lesa manifesta tutta la propria ignoranza. Annunciando perfino con orgoglio il proprio analfabetismo funzionale. Riportiamo infatti, a scanso di ulteriori equivoci, il testo originale della lettera aperta firmata da Fabio Sanfilippo in cui il giornalista, per manifesta correttezza, ha anche taggato Matteo Salvini così che avesse possibilità di notarla e leggerla.

Caro Matteo Salvini,

lo so che stai facendo finta di niente anzi spacci la disfatta per vittoria. Ma io sono stato un leale avversario fin dagli albori, quindi posso permettermi questa missiva aperta, nemico mio.

Certo vedere certi post e certe dirette mi fa tenerezza, tipo che vorrei mettere i croccantini o la mousse, se preferisci l’umido. Ma temo sia il tuo guru dei social che ti fa fare queste pessime performance, cacciamolo!

Allora, ti sei impiccato da solo, e questo è evidente. Io ne sono felice. Vabbè, si era capito.

Ora perderai almeno il 20, 25 per cento dei consensi che ti accreditano i sondaggi, lo sai? E che fai? Non hai un lavoro, non sai fare niente, non hai un seggio da parlamentare europeo, hai perso il posto da ministro, certo stai in parlamento, ma con la vita che ti eri abituato a fare tempo sei mesi ti spari nemico mio…

Penso che perderai pure la segreteria della Lega Nord o come si chiama.

Quello che non ti perdonerò è di avere plagiato la mente di due miei nipoti, con i miei figli non ci sei riuscito, cazzo.

Ma li recupero, fidati.

Mi dispiace per tua figlia, ma avrà tempo per riprendersi, basta farla seguire da persone qualificate.

In bocca al lupo

Anche la replica di Sanfilippo alla macchina del fango squadrista che si è mossa contro di lui è utilizzabile a piacimento dai seguaci del “capitano” perché altrettanto schietta nei confronti dell’intero apparato propagandista. Nel post in questione, il giornalista di Radio 1 Rai pone l’attenzione su alcuni strani aspetti legati alla vicenda. Uno di questi è il tempismo, un po’ a “scoppio ritardato”, con cui Salvini ha reagito a quello che non era certo un invito al suicidio ma la diretta – rivolta a Salvini taggato nel post di Sanfilippo – sottolineatura sul “suicidio politico” del sedicente leader leghista.

Riportiamo quindi anche in questo caso il testo integrale del post di replica firmato da Sanfilippo

Dico subito che di questi momenti di trascurabile notorietà avrei fatto volentieri a meno. Non sono uno avvezzo alla ribalta mediatica, diciamo. La piega che ha preso la vicenda richiede un mio intervento, necessario e definitivo. Per quello che mi riguarda.

Non ci sto a passare per il mostro che “la bestia” (ovvero il sistema comunicativo al servizio di Salvini) tenta di dipingere. Il post che ho pubblicato sul mio profilo PRIVATO di facebook il 4 settembre NON contiene alcun invito al suicidio del capo politico della Lega. È la constatazione di un fatto: che Salvini si è politicamente “fatto fuori” da solo. Con la previsione che di qui a sei mesi si sarebbe politicamente “sparato”, eliminato da solo. Riducendo i consensi del suo partito del 20, 25 per cento.

Il 6 settembre, l’intervento della macchina mediatica e manipolatrice leghista ha fatto in fretta a travisare le mie parole usandole a proprio uso e piacimento, a scopo di polemica politica distrattiva.

È del tutto inutile che Salvini e i suoi facciano finta di non capire. E soprattutto, giù le mani da Radio1 e dal Giornale Radio, la cui imparzialità e indipendenza sono fiore all’occhiello dell’informazione pubblica. Non ho mai usato i microfoni di Radio1 per fare propaganda politica o dire ciò che penso della situazione politica. Quello che è il mio pensiero l’ho manifestato in un post pubblicato sulla mia pagina personale, che non utilizza alcun logo dell’azienda Rai. Pagina che è un po’ come casa mia e io a casa mia dico e faccio quello che mi pare. Del resto non c’è ancora alcuna policy aziendale che obbliga i dipendenti Rai a determinati comportamenti sui social privati.

È curioso che il post sia stato notato due giorni dopo la pubblicazione.

È curioso che Salvini scateni una polemica così virulenta nei confronti di un giornalista sconosciuto alle cronache politiche e parlamentari, mi occupo di altro fortunatamente. Sospetto che possa infastidirlo il fatto che io abbia contribuito a fondare il Comitato 3 Ottobre grazie al quale abbiamo fatto in modo che il 3 ottobre si celebri la Giornata della memoria e dell’accoglienza. La cui cerimonia ufficiale, lo scorso anno a Lampedusa, per la prima volta è stata disertata dal Governo.

Io non sono uno che odia, sono una persona che ama. E sono un giornalista libero. Da anni giro le scuole d’Italia – con i miei soldi e nel mio tempo libero – per raccontare l’orrore della guerra in Siria e dei campi profughi attraverso i disegni di Sheradzade, una bambina curdo-siriana che ho conosciuto a Idomeni e la cui famiglia ho cercato in ogni modo di aiutare.

Riscriveresti il post? Mi è stato chiesto. Sì, ometterei la frase sulla figlia, è stata oggettivamente una caduta di stile. Ma vorrei ricordare che è lo stesso capo leghista a non farsi scrupolo di ostentarla sui social per solleticare il sentimento familiare degli italiani così come fa con il crocifisso e con il vangelo.

Mi auguro ora di essere ascoltato al più presto dalla mia Azienda e dall’Ordine dei giornalisti per spiegare le mie ragioni.

Redazione:

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  • E' stato un intervento inutile e un tantino volgare quello di Fabio Sanfilippo. Salvini sa benissimo di essersi dato la zappa sui piedi,solo che fa finta di non accorgersene. Peccato che lo segua la Meloni e tutti quei meridionali rimbecilliti che non si accorgono che daranno i voti a chi per anni li ha considerati "africani" e li ha apostrofati con epiteti a dir poco vergognosi.

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