Caso Mare Jonio, come il ministro dell’Interno si dissocia da se stesso

La nave è stata sequestrata dopo che alla Capitaneria di Porto sembrava decaduto il motivo di accusa di violazione del “Sicurezza bis”. Salvini accusa “clima da PD” per l’evacuazione dalla Mare Jonio, ma è ministro in carica

di Mauro Seminara

Sembra di assistere ad uno sdoppiamento di personalità da immediato ricovero in una clinica adeguata, magari con un trattamento sanitario obbligatorio. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è ancora oggi e fino a quando non avranno prestato giuramento i nuovi ministri, il titolare del Viminale. Salvini ha proposto il divieto interministeriale per la nave Ong Mare Jonio ed il ministro Salvini lo ha firmato. Poi, lo stesso ministro Salvini ha scritto sui soliti canali social il seguente post: <<SBARCATI PER “EMERGENZA SANITARIA” TRA… BALLI E CANTI Ma che bello il “clima” del governo a guida PD: sbarcati gli immigrati della nave dei centri sociali per “emergenza sanitaria”… Ma pensano che gli italiani siano scemi??? Fai girare!>>

Il ministro, che sembra in un tunnel nel quale, al buio, non ne azzecca più neanche una, attribuisce lo sbarco per evacuazione dei 31 naufraghi rimasti cinque giorni a bordo della nave Ong esposta a moto ondoso con onde da due metri, acqua corrente finita, tuoni, fulmini e pioggia, come opera del Partito Democratico già al Governo con i 5 Stelle. Eppure, malgrado il “Ma pensano che gli italiani siano scemi???”, al Ministero dell’Interno siede lui e non un ministro del PD o del M5S. Va detto che anche che il post ha avuto oltre un milione di visualizzazioni, più di 35mila condivisioni ed ha superato i 18mila commenti, in netta maggioranza a favore del “capitano”. Numeri che meritano gravi quesiti. Ma poche ore dopo il “clima da Partito Democratico” con cui i 31 naufraghi sono sbarcati dalla Mare Jonio, Matteo Salvini ritorna ad essere il ministro dell’Interno e la Guardia di Finanza ferma e sanziona la nave Ong perché, senza migranti o naufraghi a bordo e con l’autorizzazione della Capitaneria di Porto, è entrata in acque territoriali per ripararsi dalle condizioni meteo marine che non le permettevano – come intendevano fare – riprendere il mare per dirigersi a Licata. Per quanto ancora poco chiaro il caso, la Guardia di Finanza pare abbia notificato al comandante ed al capomissione, poche ore dopo l’ingresso autorizzato, il sequestro amministrativo ed una sanzione da 300mila euro per la violazione del cosiddetto “Decreto sicurezza bis”.

“Alle 20:40 del 2 settembre, a poche ore dallo sbarco degli ultimi 31 naufraghi ancora a bordo della Mare Jonio, la nostra nave ha fatto ingresso in acque territoriali – spiega la Ong Mediterranea Saving Humans – con l’autorizzazione delle competenti Autorità Marittime, avviando le pratiche per l’approdo nel porto di Lampedusa.” La nave non aveva forzato il “sicurezza bis” ed i naufraghi soccorsi erano stati tutti evacuati dalle autorità italiane, con trasbordi in acque internazionali, senza che la nave violasse il divieto interministeriale e neanche i Sicurezza bis ormai legge ordinaria dello Stato. Questa la valutazione della Capitaneria di Porto che, malgrado il bollettino meteo da burrasca, aveva negato l’ingresso e riparo sotto costa perché la nave aveva naufraghi a bordo e lo aveva poi autorizzato quando l’assenza a bordo di naufraghi o migranti non costituiva più violazione di interdizione interministeriale e Sicurezza bis. Vien da pensare che a violare il “Salvini sicurezza bis” sia stata la Capitaneria di Porto e li si sarebbe dovuta recare la Guardia di Finanza invece che a dodici miglia dalla costa per sequestrare la nave, con bandiera italiana ed a bordo soltanto il suo equipaggio. Gli ultimi giorni di Viminale per Matteo Salvini stanno quindi mettendo perfino un corpo dello Stato contro l’altro dopo aver messo poteri dello Stato gli uni contro gli altri. C’è adesso solo da sperare in un immediato giuramento sulla Costituzione al Quirinale, magari con un nuovo ministro dell’Interno che venga dall’ambiente dirigenziale di uno dei corpi dello Stato e che quindi rimetta in ordine l’intero apparato.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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