Stillicidio Ong, evacuati tre da Mare Jonio. Sulla nave ancora 31 persone

Una donna e due ragazzi sono stati evacuati in barella dalla nave Ong Mare Jonio e condotti al poliambulatorio di Lampedusa. Sulla nave rimangono ancora 31 persone in attesa di un porto sicuro

La donna evacuata oggi pomeriggio, 1 settembre 2019, in barella dalla nave Mare Jonio

Sulla linea del sequestro di persona ipotizzato in vari casi da diverse Procure della Repubblica, quanto avviene sulla nave Ong Mare Jonio ricorda la concessione di ostaggi da parte dei sequestratori. La differenza, grottesca, è che i sequestratori non sono quelli che si trovano – sequestrati anch’essi – insieme agli ostaggi ma quelli che danno ordini da comode e lontane poltrone. Oggi pomeriggio, alle 18, la Guardia Costiera ha provvedut al trasbordo per evacuazione medica di altri tre degli iniziali 98 profughi inizialmente soccorsi dalla nave Mare Jonio che si trova a largo di Lampedusa ormai da quattro giorni pieni. Il rilascio quindi di altri tre ostaggi. Una donna e due giovani uomini sono stati portati a bordo della motovedetta CP 319, di stanza a Lampedusa, e dal molo di sbarco poi in ambulanza verso il poliambulatorio dell’isola. A bordo della nave rimangono adesso 31 persone, ormai tutte vulnerabili. Queste sono state esposte per giorni al caldo implacabile della latitudine pelagica e poi al temporale che questa notte ha colpito Lampedusa con fulmini caduti anche sull’isola ed un consistente rovescio temporalesco.

“Una donna e due ragazzi evacuati d’urgenza. Devono scendere tutti in barella? A che punto volete arrivare?”, aveva twittato la Ong quando finalmente, dopo l’allarme lanciato sui tre casi gravi da evacuare, la Guardia Costiera aveva ricevuto l’autorizzazione all’operazione MedEvac. Contro il Governo, caduto ma ancora in carica, dei “porti chiusi alle Ong” si stanno scatenando in rete e sui social persone del mondo della cultura, dell’informazione e dello spettacolo. Tutti assolutamente contrari allo stillicidio di facciata con cui si torturano persone vulnerabili soccorse dalle Ong per mero fine propagandistico. Fiorella Mannoia scrive un secco “E basta! Fateli scendere!”, Alessandro Gassman esorta il Governo con “Fate sbarcare le 32 (in realtà adesso 31, nda) PERSONE ancora a bordo di @RescueMed dimostrate di essere migliori di così! #stayHuman”. Nei giorni però si erano registrati interventi pubblici di persone quali Gino Strada, Sandro Ruotolo e tantissimi altri che si impegnano pubblicamente contro la disumanità dell’attuale politica, ancora difesa dal Movimento 5 Stelle che avalla le azioni dell’alleato – fino a prova contraria – Matteo Salvini.

La nave rimane intanto interdetta oltre le dodici miglia da Lampedusa, ad affrontare il mare che si sta ingrossando ed i temporali previsti per domattina e tutto il giorno ed in particolare per martedì, quando il servizio meteorologico dell’Aeronautica Militare prevede si riverserà su Lampedusa forte pioggia con temporali e venti in aumento. La nave dovrebbe, stando alle disposizioni-divieti del Ministero dell’Interno, controfirmati dai ministri dei Trasporti e della Difesa ed eseguiti dalla Capitaneria di Porto, affrontare la burrasca con 31 soggetti in condizioni psicofisiche già molto provate e senza potersi neanche ridossare sotto costa per trovare un adeguato riparo. La responsabilità, inoltre, anche in questo caso ricadrebbe sui pubblici ufficiali che stanno impedendo al comandante della Mare Jonio di eseguire l’azione più adeguata per l’incolumità delle persone a bordo ed in ottemperanza a quanto prescritto dal diritto internazionale oltre che, come nel caso Open Arms, dall’articolo 328 del Codice Penale. Forse anche per questo la Guardia Costiera ha deciso di prendere le distanze dagli ordini che qualcuno la costringe ad eseguire anche se illegittimi.

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