Contro Feltri 60mila firme, ma Libero non si smentisce e attacca Lampedusa

La petizione con cui viene chiesta la radiazione di Vittorio Feltri dall’Albo professionale dei giornalisti ha già raggiunto 60mila adesioni. Dalle pagine digitali di Libero arriva un attacco a Lampedusa ricco di pregiudizio ed al parroco dell’isola che sta manifestando per lo sbarco dei profughi ancora a bordo della Sea Watch 3

La petizione lanciata da Sandro Ruotolo su Change.org ha già raggiunto le 60mila sottoscrizioni. L’adesione delle persone non è ambigua e chiede la radiazione di Vittorio Feltri dall’Ordine dei Giornalisti. Una cifra che, se fosse stata una votazione su Rousseau per la riconferma di Luigi Di Maio alla guida del Movimento 5 Stelle, avrebbe sicuramente generato una esultanza pentastellata da annali del partito e proclami di evidenza di democrazia diretta. L’obiettivo, sulla piattaforma Change, è adesso quello di 75mila firme. Ma la petizione era partita con lo step minimo delle 15mila firme. Un risultato sicuramente al di la delle aspettative, ma che non deve far confondere l’opinione delle persone con l’autonomia di cui ha diritto di godere la stampa, normata da leggi nazionali e sancita dall’articolo 21 della Costituzione. Il rischio potrebbe infatti essere quello di una campagna “Change” al giorno con cui attaccare ogni giornalista o direttore scomodo a parti politiche. Riflessione necessaria che non toglie nulla alla gravità delle affermazioni di Vittorio Feltri circa lo scrittore Andrea Camilleri, reo di aver criticato Matteo Salvini prima di un arresto cardiaco che lo vede in gravissime condizioni, ed a discapito di tutti i meridionali che il lombardo xenofobo “giornalista” continua a definire “terroni” come il Commissario Montalbano.

Il giornale di Vittorio Feltri oggi è tornato a colpire come lo strumento di repressione di ogni voce dissidente e, al contempo, a lodare i risultati offerti dalle politiche sui flussi migratori del premier ombra Matteo Salvini. L’attacco è stato rivolto a Lampedusa, con un palese pregiudizio circa il reale valore del soggiorno vacanza su un’isola che da sempre è punto di approdo per migranti. Il titolo è “Lampedusa, la costosissima isola degli immigrati”, e al suo interno si passa in rassegna un ipotetico soggiorno d’agosto sull’isola con il presupposto che “dici Lampedusa e pensi ai migranti” e la pregiudiziale sul fatto che “gli immigrati, in ogni caso, non incidono sui costi delle vacanze”. Se non bastasse, per definire la cifra di un malcelato attacco, che scoprirete presto a chi viene realmente rivolto, l’articolo puntualizza anche che “i prezzi restano alti, come se le meraviglie dell’isola fagocitassero le brutte storie legate agli sbarchi”. Non manca neanche la fake news di partito: “Qualche extracomunitario arriva ancora adesso (ieri un centinaio, ndr), ma la politica dei porti chiusi adottata da Salvini sta dando i frutti che in tanti a Lampedusa chiedevano.”

Il vero obiettivo però sembra essere lui: il prete dell’isola. E per l’attacco si presta il presidente di Federalberghi Lampedusa, Giandamiano Lombardo. Tra virgolette viene infatti pubblicata la frase dell’operatore turistico: “Peccato però che l’immigrazione non ci favorisca: fino a quando c’ è un parroco che si butta a terra per chiedere lo sbarco dei migranti della Sea Watch”. L’attacco, pesante pubblicità negativa per quanti volessero trascorrere le proprie vacanze a Lampedusa, sembra quindi voler incentivare uno schieramento lampedusano contro il parroco – quindi contro il Forum Lampedusa Solidale che è insieme a lui – che dal sagrato della parrocchia di Lampedusa sta coinvolgendo persone e chiese di tutta Italia e di tutte le confessioni con la medesima richiesta: fare sbarcare le persone ancora a bordo della Sea Watch 3. Stando a quanto si potrebbe quindi dedurre da questo modo di fare giornalismo, con questo specifico articolo, a Lampedusa dovrebbe convenire schierarsi contro il proprio parroco per non vedere attaccata l’isola e minacciato il turismo di cui vive.

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