Nuova diffida per Mare Jonio. La Ong: “irricevibile”

Diffidata la nave della Ong “dal preordinare l'attività del rimorchiatore all'esecuzione di operazioni di salvataggio in modo stabile ed organizzato”. La Ong replica: “Si tratta di un atto dal solo scopo intimidatorio e irricevibile dal punto di vista legale”

La nave di Mediterranea Saving Humans è di nuovo sotto attacco dalle autorità nazionali ed oggi le è stata notificata una nuova diffida. Questa volta nave Mare Jonio, che è già oggetto di un fascicolo aperto alla Procura di Agrigento e di un decreto ministeriale “ad navem”, è stato contestato che il suo comandante viene diffidato “dall’eseguire operazioni di salvataggio in modo stabile ed organizzato”. Come già annunciato in altro articolo, al rientro nel porto di Marsala della nave Mare Jonio era stata disposta una nuova “verifica tecnica sulle condizioni della nave in materia di sicurezza della navigazione e per la riconvalida della certificazione statutaria”. La verifica è stata ordinata dalla Direzione Marittima di Palermo ed oggi, oltre alla diffida è stata anche notificato il sanzionamento della Mare Jonio per alcune irregolarità di bordo.

Mediterranea Saving Humans definisce irricevibile la diffida e risponde pubblicamente all’autorità marittima con un comunicato stampa nel quale viene denunciata una finalità intimidatoria: “Si tratta di un atto dal solo scopo intimidatorio e irricevibile dal punto di vista legale: la Mare Jonio è infatti un rimorchiatore e nave da carico della marina commerciale italiana che, come abbiamo dichiarato fin dal principio, svolge attività di monitoraggio e denuncia delle violazioni dei diritti umani, pattugliando il Mediterraneo Centrale.” La Ong si appella al Codice della Navigazione italiano con gli articoli 489 e 490 sull’obbligo di salvataggio. L’affondo di Mediterraneo Saving Humans è ancora più esplicitamente accusatorio e punta palesemente il dito in direzione di Roma: “Da quando, il 18 marzo scorso, la Mare Jonio ha operato il salvataggio di 49 naufraghi, siamo sottoposti ad ogni genere di pressione e tentativo di ostacolare la nostra attività, da ultimo la pretestuosa ispezione operata venerdì scorso a Marsala. Dobbiamo concludere che nel Governo italiano c’è chi avrebbe preferito che quelle 49 persone annegassero?”

La nave Mare Jonio era l’ultima Ong e resisteva all’eliminazione delle navi da soccorso umanitario attuato dagli ultimi due governi italiani essendo stata coinvolta in un minor numero di soccorsi in mare ed avendo spuntato il primo “round” del 2019 con il soccorso del 18 marzo, quando le era stato negato il porto di Lampedusa. Il rimorchiatore italiano non è, in effetti, una nave da soccorso lunga 77 metri e dotata di tutto come era la nave Aquarius della Ong internazionale SOS Mediterranee. Ma malgrado ciò, la Mare Jonio era stata ispezionata varie volte nel corso del 2019 e del 2019 e non le era mai stato contestato il non essere conforme ai soccorsi in mare o il non essere classificata come nave SAR per il registro navale italiano. La nuova diffida alla nave di Mediterranea arriva adesso, soltanto dopo il cosiddetto “decreto ad navem” che il Ministero dell’Interno ha emanato con esplicito riferimento unico alla nave Mare Jonio. Spunti o coincidenze che inducono la Ong a porsi quesiti gravemente accusatori. “Mentre la Libia brucia e le persone sono giustiziate nei campi di concentramento – scrive oggi la Ong – è inquietante che tanto impegno venga profuso contro le navi della società civile invece che per salvare le vite di chi è in pericolo”.

La Aquarius era finita fuori SAR zone libica per la bandiera, persa a causa di pressioni che il Governo italiano – a detta della Ong – avrebbe fatto sul Governo di Panama per revocarle l’iscrizione presso il proprio registro navale. La nave di SOS Mediterranee si ritrovò così senza bandiera e quindi senza diritto alla navigazione. La Open Arms era stata fermata in altro modo, mai del tutto chiaro, dalle autorità di bandiera e solo pochi giorni addietro la nave della omonima Ong spagnola ha avuto autorizzazione a lasciare il porto di Barcellona. Ma la Open Arms può andare solo in altro mare a fare consegne di generi di conforto; niente soccorsi a naufraghi nel Mediterraneo centrale, altrimenti rischia una sanzione che oscilla tra i 300mila ed i 900mila euro. Anche in quel caso è difficile intendere come si concilia la sanzione con Codice della Navigazione spagnolo che, almeno sull’obbligo di soccorso, si attiene alle convenzioni internazionali. La Mare Jonio non è sottoposta a sequestro come la Juventa della Ong tedesca Jugend Rettet e non è stata allontanata come la Aquarius oppure come la Open Arms, ma come quest’ultima – senza sanzione predeterminata – è stata diffidata “dal preordinare l’attività del rimorchiatore all’esecuzione di operazioni di salvataggio in modo stabile ed organizzato”.

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