Armi e famiglie, il programma leghista targato USA

Il World Congress of Families di Verona è nato dall’ideologia ultraconservatrice dell’americano Allan C. Carlson ed è sostenuto da lobby USA che si incrociano con quelle delle armi. Parte del consenso italiano di Matteo Salvini è una illusione creata sui social anche grazie alla social influencer americana Alana Mastrangelo che è a sua volta sostenuta dalla lobby delle armi NRA. La Lega di Salvini introduce in Italia il World Congress of Families e tenta la libera vendita delle armi dopo la riforma della legittima difesa

di Mauro Seminara

Il governo italiano è impegnato in una nuova lite interna a beneficio del dibattito pubblico. Come due innamorati che si pungolano a vicenda, Lega e M5S mettono in atto politiche su cui battibeccano attirando la curiosità della stampa e dei followers intontiti dalle parole e distratti molto spesso dai fatti. Sulla scena oggi ci sono il congresso di Verona e la libera circolazione delle armi. Entrambe iniziative della Lega, ma per le quali il Movimento ricopre il ruolo di complice in opposizione. Di fatto, al congresso era stato concesso il patrocinio di Palazzo Chigi, poi revocato, e per la libera vendita delle armi segue la legge sulla legittima difesa approvata dal Parlamento grazie all’alleato di governo – il M5S – che l’ha concordata nel fatidico “Contratto di Governo”. Chiaramente, per gli italiani poter sparare a chi entra in casa devono potersi munire di armi, e per facilitarne l’acquisto ora serve il secondo intervento in materia di legittima difesa. Ma il tanto criticato congresso di Verona e le riforme su legittima difesa e circolazione delle armi non sembrano essere idee originali della Lega; piuttosto appaiono come calate dall’alto da lobby d’oltreoceano. Che la politica italiana sarebbe giunta a questa duplice iniziativa, in aggiunta alla già abbondantemente solcata criminalizzazione degli immigrati con annesso sdoganamento del razzismo, lo si sapeva – volendo – già dai ottobre del 2018.

La “Bestia” di Matteo Salvini

Esattamente il 3 ottobre dello scorso anno veniva pubblicata da Fanpage un’inchiesta firmata da Sandro Ruotolo, il giornalista sotto scorta che ha recentemente rischiato di vedersi revocare la protezione a beneficio di vendetta giurata dai casalesi. Il servizio video di Ruotolo – che vi riproponiamo in basso – avrebbe dovuto raggiungere almeno 30 milioni di visualizzazioni solo su YouTube, in virtù dei contenuti trattati, mentre il contatore della piattaforma digitale indica purtroppo meno di 300mila visualizzazioni. Un dato piuttosto triste se si pensa che nel servizio è contenuta una realtà agghiacciante che riguarda tutti gli italiani perché riferita ad una delle due forze di governo. Il servizio di Sandro Ruotolo si occupa della cosiddetta “Bestia” di Matteo Salvini. “La bestia” è il nomignolo che lo spin doctor digitale del leader del Carroccio, tale Luca Morisi, ha dato al sistema informatizzato che sta ipnotizzando gli italiani convincendoli d’essere d’accordo con l’attuale ministro dell’Interno mentre di fatto è l’esatto contrario. In poche parole, grazie al sistema definito “Bestia”, Matteo Salvini dice agli italiani esattamente quello che gli italiani vogliono sentirsi dire. Questo avviene mediante la raccolta dati che il sistema, la bestia, effettua 24 ore su 24 per fornire poi al proprio padrone l’esatto sentiment dei potenziali elettori.

Un consenso falso creato in rete

Ma cosa c’entra l’illusione di essere sempre d’accordo con Salvini con il congresso di Verona e la libera circolazione delle armi? Per comprenderlo basta vedere l’ottimo lavoro di Sandro Ruotolo e risalire la corrente del consenso di Salvini, come fosse un fiume, fino alla sorgente della falsa approvazione popolare sui social. Alex Orlowski, hacker fondatore di “Water on Mars”, intervistato da Ruotolo mostra il flusso di interazioni sui social che alimentano i compulsivi tweet e post di Salvini rendendoli immediatamente “trend topic”. Il fatto che ogni uscita social di Salvini diventi argomento di tendenza sui social illude i frequentatori degli stessi social che la maggioranza degli italiani sia davvero interessata all’argomento e che la maggioranza di questa sia d’accordo con Salvini. Una tecnica di marketing che da anni ormai da i suoi frutti. Sempre più diffuse sono infatti le pubblicità in cui prima di parlare del prodotto si cita il numero di persone che già hanno deciso di farne uso. L’equazione, semplice come spesso i percorsi mentali del cosiddetto “popolino”, è un’associazione inesistente ed involontaria tra utenti: se molti lo trovano un buon prodotto vorrà dire che lo è davvero, e se lo è davvero lo trovo anche io un buon prodotto. Orlowski spiega, e mostra, a Ruotolo che quando Salvini twitta qualcosa arriva subito un enorme numero di interazioni da gruppi di utenti – veri o falsi – d’oltreoceano. E qui arriviamo alla lobby delle armi ed ai conservatori del World Congress of Families sbarcato in Italia.

L’italoamericana delle armi che sostiene Salvini

Al di la dell’Oceano Atlantico c’è una tale Alana Mastrangelo che è decisamente una ottima influencer sui social (in foto). La americana di origini italiane è una cultrice delle armi, della libera detenzione, del diritto di possederle ed usarle e quindi della legittima difesa. La Mastrangelo però risulta avere anche una grande ammirazione per il leader del Carroccio Matteo Salvini. Ammirazione reciproca, visto che osservando il profilo Twitter dell’italoamericana appaiono proprio Matteo Salvini e l’account della Lega tra i followers italiani della Mastrangelo. La giovane Alana, che sul proprio account posa sempre con armi in mano – sullo sfondo della bandiera a stelle e strisce – non nasconde tra le proprie competenze l’adesione alla NRA, la National Rifle Association, cioè la lobby americana delle armi. E la social media testimonial, dietro cui ci sono forse decine di migliaia di account social non corrispondenti ad altrettante persone fisiche, ha a se riconducibili pagine Facebook come quella chiamata “Complice di Salvini” e quella battezzata “Io sto con Salvini”, oltre a condividere video di Matteo Salvini tradotti in sottotitolo per il pubblico di madrelingua anglosassone.

I conservatori d’oltreoceano sostengono la Lega

L’inchiesta di Sandro Ruotolo ha mostrato come da molto lontano arrivano le interazioni che rendono l’attività social di Salvini immediatamente “trend topic” a vantaggio dell’illusione popolare di condiviso consenso. Ma nello sviscerare l’arcano, inevitabilmente, l’hacker italiano passa in rassegna nomi e movimenti fra essi correlati e quindi indirettamente legati alla Lega di Matteo Salvini. Tra questi c’è “The Movement”, il movimento fondato da Steve Bannon – ex consigliere di Donald Trump – a cui sul finire dello scorso anno ha aderito proprio Matteo Salvini. Ma Bannon non è solo l’ex – almeno formalmente – consigliere dell’attuale presidente degli Stati Uniti. Lo spin doctor americano che ha condotto Trump dritto alla vittoria delle elezioni era anche all’interno della Cambridge Analytica, la società che fece sollevare un enorme polverone per l’appropriazione di informazioni personali degli utenti di Facebook. La società venne chiusa ma, spiega Orlowski a Ruotolo, i dati rimasero in possesso della SCL Group che continua ad utilizzare quelle informazioni sensibili per fare comunicazione politica. Dietro la spinta repubblicana che sostiene Trump, dietro la lobby delle armi, la NRA, l’attività della social influencer italoamericana che sostiene Salvini dagli Stati Uniti, ci sono i conservatori suprematisti made in USA. Quelli che tra un movimento massone e l’altro, tra una lobby e l’altra, sostengono la discriminazione e l’odio razziale, l’intolleranza e la supremazia della razza ariana.

A Verona un pezzo di Stati Uniti di stampo KKK

Il World Congress of Families, italianizzato per la sua XIII edizione ospitata a Verona in “Congresso Mondiale delle Famiglie, nacque negli Stati Uniti nel 1997 con l’intenzione di invertire il trend demografico negativo in America che i conservatori attribuivano alle rivoluzioni sessuali e femministe. Dietro il Congresso, sottotargato nell’edizione italiana con lo slogan “Il Vento del Cambiamento: L’Europa e il Movimento Globale Pro-Family”, c’erano quindi influenti lobby ultraconservatrici americane che osteggiavano l’emancipazione femminile come l’ingresso dei flussi migratori a contaminare la supremazia ariana messa in crisi dalle rivoluzioni femministe e sessuali. “Le deviazioni dal comportamento sessuale naturale non possono davvero soddisfare lo spirito umano”, è un’affermazione del fondatore del World Congress of Families, Allan C. Carlson. Presidente del “Centro Howard per la famiglia, la religione e la società” durante la presidenza americana di Donald Reagan, di cui fu anche funzionario, Allan C. Carlson ipotizzò le proprie teorie ultraconservatrici insieme ai sociologi russi Anatoly Antonov e Viktor Medkov; nomi tutt’altro che americani. Il Movimento – quello Globale Pro-Family – arriva quindi in Italia con la Lega di Matteo Salvini, leader politico italiano sostenuto sul condizionamento del consenso sui social da una italoamericana sostenuta dalla lobby americana delle armi a sua volta sostenuta dal circuito conservatore che sta dietro il World Congress of Families che in questi giorni si tiene a Verona.

La complicità passiva del Movimento 5 Stelle

Il Movimento 5 Stelle, il cui attuale capo politico fece una delicata visita negli Stati Uniti poco prima delle elezioni politiche italiane che lo catapultarono al Governo, in questi giorni sta seguendo il solito copione che permette ai due partiti di governo di fare maggioranza ed opposizione in casa; escludendo così dal dibattito politico le eventuali vere opposizioni. In questa dialettica interna alla maggioranza di Governo, il Movimento 5 Stelle ha concesso all’alleato Lega di “Salvini premier” la riforma sulla legge in materia di legittima difesa e stava apponendo il logo della Presidenza del Consiglio dei ministri con il patrocinio al Congresso medievale di Verona. Di Maio, con le sue ultime dichiarazioni, si è detto contrario all’ideologia che sta dietro il Congresso e Conte ha revocato il patrocinio di Palazzo Chigi. Il capo politico pentastellato ha inoltre affermato la propria contrarietà alla libera circolazione delle armi che seguirà inevitabilmente la legge leghista sulla legittima difesa. Contrarietà, o non condivisioni, da campagna elettorale che però non negano lo svolgersi del Congresso con tanto di partecipazione di vari ministri della Repubblica italiana e che probabilmente non fermerà una prossima riforma della legge sulla vendita delle armi in Italia. Tutto ciò, prevedibile già dal tempo del servizio di Fanpage dello scorso ottobre, accade mentre procede la completa sintonia politica in materia di immigrazione tra il Movimento 5 Stelle e la Lega. Sdoganamento del razzismo in Italia che, non per caso, sta esaltando movimenti razzisti nostrani che tanto somigliano a quelli nati in seno agli ultraconservatori americani tanti anni addietro. Nel servizio di Sandro Ruotolo che segue, e vi invitiamo a vedere con estrema attenzione, si parla anche di “Identity Europa”, un movimento di natura massone a sostegno della cultura della supremazia della razza ariana che starebbe lavorando per costituire una rete di sostenitori in Europa.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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