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Nel Mediterraneo si accendono i Fari Culturali, si parte dalla Tunisia

La luce come simbolo di cultura che illumina i popoli, i fari come strumenti di comunicazione per unire nazioni e popoli. Si accendono con questo spirito “I fari culturali del Mediterraneo” già a partire dal 29 marzo. Il primo segnale di luce ed incontro verrà emesso dalla Tunisia con il faro di Manouba. L’onda culturale e luminosa inizierà a fine marzo e proseguirà fino a dicembre. I fari saranno sei: Manouba, in Tunisia (29-30-31 marzo); Siviglia, in Spagna (8-9-10 novembre); Patrasso, in Grecia (10-11-12 maggio); Formia (24-25-26 agosto); Frosinone (25-26-27 ottobre) e Cosenza (11-12-13 luglio). Quattro Paesi del Mediterraneo, sei fari ed il sostegno del Ministero per i beni e le attività culturali con il bando Boarding Pass per la direzione artistica di Maurizio Stammati.

Promosso dal Teatro Bertolt Brecht di Formia diretto da Stammati, dalla Compagnia Errare Persona di Frosinone con la direzione artistica di Damiana Leone e dal Centro R.A.T- Teatro dell’Acquario di Cosenza con la direzione artistica di Antonello Antonante, l’anima del progetto “I Fari culturali del Mediterraneo” è un ponte che attraversa il Mediterraneo con la musica, l’arte ed il teatro. La luce dei fari è infatti la metaforica unione di festival in rete che prevedono letture all’alba nei luoghi archeologici più suggestivi delle città, tavoli di incontro multiculturali sulle arti mediterranee, work shop con studenti, spettacoli serali dei soggetti italiani e della compagnia straniera. Nell’ambito della lunga e suggestiva manifestazione culturale prenderanno infatti vita sei festival interculturali in cui gli artisti dei partner stranieri, l’associazione Il Faro di Patrasso, A.C.POR La Investigation Y Desarollo del Teatro Profesional en Andalucia di Siviglia e Maraya di Tunisi, si alterneranno agli artisti delle compagnie italiane.

Il ponte di luce che collegherà il Mediterraneo si traduce quindi in occasioni di formazione, in promozione di progetti ed iniziative comuni volti allo sviluppo di una cultura di integrazione e di pace, di diversità come ricchezza ed occasione di crescita in una comunità ideale e concreta come quella del Mediterraneo, fucina secolare di tradizioni e arte in tutte le sue forme. Tra cibo, paesaggio e costumi, quello del Mediterraneo è quindi un brand di eterno successo, il “marchio” distintivo di un patrimonio da preservare e coltivare ancora per il futuro. Anche il Mediterraneo come terra di conflitti, di focolai sempre accesi, come un mare maledetto è al centro del progetto che investe nella cultura come unione, nella conoscenza come un ponte tra popoli e Paesi che si affacciano su questo antico e ricco mare i cui fari sono anch’essi rappresentativi patrimoni di storia e cultura dell’umanità.

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