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Vi hanno detto che si modifica la Costituzione?

Abracadabra, dice il prestigiatore mentre muove elegantemente le mani al fine di distrarvi dal punto in cui si nasconde il trucco, o l’inganno. E così accadde, sia ieri sera nelle edizioni dei Tg delle 20 che questa mattina in edicola. Tranne rare eccezioni, nessuna traccia della notizia che si sarebbe dovuta giocare le aperture con quella sul come voterà il M5S in Giunta per le immunità sul ministro degli Interni Matteo Salvini. Eppure meritava. Ieri sera, in aula del Senato con la presidenza di Maria Elisabetta Alberti Casellati si sono molto alzati i toni. L’accesa discussione riguardava l’esame del disegno di legge costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari che verrà votato oggi. Il disegno di legge costituzionale, come recita la definizione del testo, intende ridurre i parlamentari con una ampia scrematura. Oltre due terzi dei deputati in meno alla Camera ed oltre un terzo dei senatori in meno al Senato. Un ritocco alla Costituzione, articoli 56, 57 e 59, che taglierà in parte insignificante i costi della politica ma che ridurrà drasticamente la rappresentanza in Parlamento degli elettori. Di quelli italiani ed anche di quelli residenti all’estero, che vedranno anch’essi tagliare il numero di rappresentanti di un terzo.

Sulla questione degli eletti all’estero c’è stata anche bagarre in aula. Il relatore, il leghista Calderoli, ha liquidato la questione con un poco elegante “niente tasse niente parlamentari”, o giù di li. Hanno replicato vari senatori, con particolare animosità tra quelli che già rappresentano autonomie e minoranze linguistiche e dalle fila del gruppo misto. A Calderoli è stato ricordato che i cittadini italiani residenti all’estero sono cittadini italiani, che essi pagano tasse in Italia, e che non li si può trattare con tale spocchiosa superficialità. La riduzione dei parlamentari, di un terzo circa, in assenza di riforma della legge elettorale con cui esprimere in pieno il voto di preferenza, rappresenta una ulteriore grave limitazione dei diritti degli elettori. Ma di questo, per le testate mainstream, poco importa.

Redazione:
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