Aquarius sequestrata, e l’assurdo diventa pericolosa realtà

Indagini di Guardia di Finanza e Polizia documentano circa un anno di smaltimenti post sbarco dei migranti nei porti italiani. Il ministro degli Interni: “non solo il traffico di immigrati ma da quanto emerge anche quello di rifiuti”. MSF: “Ennesimo strumentale attacco per bloccare l’azione salvavita in mare”

In copertina: Nave Aquarius e i barconi dei migranti che si accumulavano sull’isola di Lampedusa

di Mauro Seminara

La nave Aquarius dell’associazione internazionale SOS Mediterranee in partnership con Medici Senza Frontiere, attualmente nel porto francese di Marsiglia, sarebbe oggetto di un ordine di sequestro che parte dalla richiesta della Procura di Catania. La stessa Procura che da anni dimostra estrema solerzia su tutto quello che riguarda le Ong ed i soccorsi in mare ai migranti. La stessa Procura che premurosa ha tenuto a scrivere al ministro degli Interni per metterlo a parte del premuroso “suggerimento” trasmesso al Tribunale dei ministri per l’archiviazione, quando indagato era il peggior nemico delle Ong che salvano vite in mare, dello stesso ministro degli Interni sul caso della nave Diciotti. Questa volta la Procura in questione pare essere riuscita a sorprendere tutti con una nuova inchiesta, documentata, che vedrebbe un terribile crimine consumato nell’arco di circa un anno – periodo documentato e contestato – dai volontari di Medici Senza Frontiere che operavano in rotazione turni sulla nave da soccorso umanitario. Le equipe mediche di MSF, stando alle motivazioni con cui la Procura di Catania ha chiesto il sequestro di una intera nave ormeggiata all’estero e noleggiata dall’associazione SOS Mediterranee, dopo lo sbarco dei migranti nei porti italiani smaltivano i tra i rifiuti speciali e quelli comuni anche gli indumenti sporchi e bagnati delle persone soccorse ed alle quali venivano offerti cambi puliti. Tra i rifiuti che dalla nave venivano smaltiti nei porti di sbarco c’erano anche avanzi di cibo, materiali monouso e tutto quello che può produrre una nave con molte persone a bordo che si trova per giorni, o settimane, al largo. I rifiuti smaltiti da MSF e contestati quale oggetto di reato dalla Procura di Catania pare dovessero essere smaltiti come rifiuti ospedalieri invece che speciali o comuni indifferenziati. Per questa ragione, bene ribadirlo, contestata per un periodo di nove mesi e limitatamente agli sbarchi in Italia effettuati in tale lasso di tempo, la Procura di Catania ha chiesto il sequestro della nave. Titola il Corriere della Sera: “Smaltiti illegalmente nei porti italiani, come fosse normale spazzatura urbana, 24mila chili di rifiuti a rischio infettivo mai dichiarati nonostante «numerosi e documentati casi (5.088 su 21.326 sbarcati) di malattie (scabbia, meningite, tubercolosi, Aids e sifilide)”

Nell’articolo firmato da Alessandro Fulloni per il Corriere della Sera online si legge quanto segue: “È l’accusa nei confronti della Ong Medici Senza Frontiere e di due agenti marittimi che ha fatto scattare il sequestro preventivo dell’Aquarius (attualmente nel porto di Marsiglia) e di 460 mila euro. L’indagine di Guardia di Finanza e Polizia, coordinata dalla Procura di Catania, avrebbe accertato uno smaltimento illecito in 44 occasioni per un totale di 24 mila chilogrammi di rifiuti. L’accusa nei confronti di Msf, considerata dagli inquirenti «produttrice» dello smaltimento al centro del traffico illecito, riguarda sia la Aquarius, per il periodo da gennaio 2017 a maggio 2018, sia la Vos Prudence, la nave utilizzata dalla Ong tra marzo 2017 a luglio 2017. Per questo nel registro degli indagati – con l’accusa di «attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti» – sono finiti, oltre ad alcuni membri dell’organizzazione, anche il Centro operativo di Amsterdam che gestiva l’Aquarius e il Centro operativo di Bruxelles, che invece ha gestito e finanziato le missioni di soccorso della Vos Prudence. Va detto che Aquarius era già bloccata a Marsiglia da 40 giorni per via del fatto che Panama aveva ritirato la bandiera. Una decisione dovuta ufficialmente a motivi di irregolarità ma che i rappresentanti delle Ong avevano denunciato come il frutto delle pressioni politiche concentratesi su chi aiuta i migranti.”

Stando alla grave accusa di “attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti” – che arriva proprio nei giorni in cui il Governo dibatte sul come risolvere i problemi decennali della Terra dei Fuochi – contestate dalla Procura etnea ad MSF su nave Aquarius, dovrebbero essere sequestrate tutte le motovedette della Guardia Costiera e una buona parte di quelle della Guardia di Finanza oltre ad un notevole numero di navi della Marina Militare italiana. Probabilmente a Lampedusa come ad Augusta o Pozzallo, migliaia sarebbero i potenziali testimoni che ricordano i grandi sacchi neri che dopo ogni sbarco di migranti finivano nei cassonetti in radice al molo di ormeggio. E sempre stando allo zelo della Procura di Catania, forse lo stesso Stato italiano, o anche solo il Ministero che al tempo diramò la propria circolare sul caso, dovrebbero essere raggiunti da un avviso di garanzia o da un ordine di sequestro di un palazzo di Governo, per le centinaia di barche su cui i migranti navigavano e che i soccorritori dello Stato italiano – ottemperando agli ordini – affondavano nel Mediterraneo centrale invece di trainarle fino a terra per un adeguato smaltimento che tenesse conto del fatto che a bordo potevano esserci migranti con la scabbia o la tubercolosi. Barche che prima venivano trainate fino al primo porto – da sempre Lampedusa – per venire triturate dopo anni di inquinamento ambientale sull’isola e smaltite con trasporti speciali fuori dall’isola, che dal Ministero degli Interni di Angelino Alfano, dal Governo Renzi, vengono affondate nel Mare Nostrum di quello Stato italiano delirante che accumula ferraglia di motori ed olii esausti e carburante e fasciame ricoperto da strati e strati di vernici sugli abissi.

Alla notizia del sequestro, il ministro degli Interni ha twittato: “Ho fatto bene a bloccare le navi delle Ong, ho fermato non solo il traffico di immigrati ma da quanto emerge anche quello di rifiuti. #portichiusi”. Il tweet di Medici Senza Frontiere invece è stato: “Condanniamo il sequestro della nave #Aquarius per presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti di bordo. Ennesimo strumentale attacco per bloccare l’azione salvavita in mare di #MSF”. Tweet contro tweet a parte, l’organizzazione internazionale sanitaria ha emesso un comunicato secondo cui “il provvedimento di sequestro della Aquarius, che comprende anche alcuni nostri conti bancari, deriva da una lunga indagine della Procura di Catania sullo smaltimento dei rifiuti di bordo, con particolare riferimento ai vestiti dei migranti soccorsi, agli scarti alimentari e ai rifiuti delle nostre attività mediche.” Secondo MSF, pronta a difendersi offrendo collaborazione alle autorità italiane ed anticipando ricorso al Tribunale del riesame, replica alle accuse formulate spiegando che: “tutte le nostre operazioni in porto, compresa la gestione dei rifiuti, hanno sempre seguito procedure standard. Le autorità competenti non hanno contestato queste procedure né individuato alcun rischio per la salute pubblica da quando MSF ha avviato le attività in mare nel 2015”. A questo punto, la apparentemente provocatoria citazione degli smaltimenti per anni effettuati dalle autorità italiane dopo ogni sbarco di migranti, si viene a creare un precedente che da una parte potrebbe regolamentare il nuovo corso per lo smaltimento di questo genere di rifiuti e dall’altra potrebbe continuare ad immobilizzare fino alla totale inattività ogni guardacoste, nave o motovedetta italiana che effettua un soccorso. E l’equipaggio, come va gestito? Se gli indumenti dei migranti sono rifiuti speciali ospedalieri, i soccorritori sono persone da mettere in quarantena? In tal caso bisognerebbe perseguire le Procure dei porti italiani che non hanno vigilato perché equipaggi ed equipe mediche non venissero posto in quarantena dopo gli sbarchi?

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*