Niente condono e niente carcere per gli evasori

Le modifiche decise ieri sera in un vertice tra Conte, Di Maio e Salvini. La stretta per chi evade dovrebbe rientrare in un DDL ad hoc. Il Disegno di Legge diventa così un provvisorio da integrare in futuro

di Alfonso Raimo

Niente condono nel dl fiscale. Ma anche niente carcere agli evasori. È una parte dell’accordo uscito dal vertice di Palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte, i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro di giustizia Alfonso Bonafede e i sottosegretari del MEF, che si sono incontrati per stabilire le modifiche al decreto fiscale. Da fonti di governo si apprende che la norma sul carcere per gli evasori non entrerà nel decreto fiscale ma che ci sia l’accordo di introdurla in un DDL ad hoc.
Sulle modifiche stabilite nel corso del vertice, fanno sapere fonti di M5s e lega, ci sarebbe il pieno accordo dei due partiti. Ecco le principali novità.

Un emendamento del Governo cancellerà la dichiarazione integrativa, quindi sarà possibile regolarizzare solo il dichiarato. Per la lotta all’evasione si sbloccano le banche dati. La guardia di finanza potrà accedere direttamente alla banca dati dell’anagrafe dei rapporti finanziari senza dover più chiedere autorizzazioni alla magistratura. In questo modo la guardia di finanza potrà monitorare i grandi evasori in qualsiasi momento, transazione per transazione.
In più, è stato deciso il contrasto al fenomeno del caporalato si avvarrà dell’incremento di 3 milioni di euro a decorrere dall’anno 2019 del Fondo nazionale per le politiche migratorie. Questi soldi serviranno anche a far funzionare presso il ministero del Lavoro un Tavolo apposito.

Sbloccate inoltre le procedure per consentire alle regioni di recuperare le spese versate alle case farmaceutiche che eccedono il budget prestabilito. Infine, ci sarà un emendamento per evitare la tassa sui metri quadrati di ombra degli ombrelloni presenti negli stabilimenti balneari.
Confermata inoltre l’assenza del condono, restano tutte le misure della pace fiscale come la possibilità di spalmare in 5 anni il dovuto, la possibilità di uscire da ogni grado di giudizio del processo tributario pagando una piccola percentuale commisurata alla vittoria nei vari gradi di giudizio. Ci sono, infatti, oltre 400 mila processi pendenti.
Tra le modifiche concordate, la possibilità di correggere gli errori formali nelle dichiarazioni dei redditi con 200 euro per ogni anno. Previste, tra le altre, la detassazione delle sigarette elettroniche, reintroduzione del bonus bebè, tassazione dei money transfer pari all’1,5%.

Alfonso Raimo – Agenzia DIRE
www.dire.it

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