Rifiuti, duro scontro nel Governo sugli inceneritori

Scontro tra i leader di Movimento 5 Stelle e Lega sugli inceneritori. Per Salvini: "Ci vuole un inceneritore in ogni provincia”. La replica di Di Maio: "Non c’entrano una beneamata ceppa"

di Alfonso Raimo

“Quando si viene in Campania e si parla di terra dei fuochi si dovrebbero tener presenti la storia e le difficoltà di questo popolo”. Luigi Di Maio si rivolge direttamente al collega vicepremier Matteo Salvini per chiedergli di rettificare le parole con cui stamattina il leghista, da Napoli, ha annunciato la sua idea di smaltimento dei rifiuti: “Ci vuole un inceneritore in ogni provincia”, ha detto. Sul tema la maggioranza gialloverde si mette di nuovo in rotta di collisione. Appena spenti i fuochi del Senato, dove 10 dissidenti del M5s non hanno votato il decreto Genova, contrari al condono ad Ischia, è di nuovo la Campania, terra di Di Maio e del suo ‘rivale’ Roberto Fico, a far traballare l’asse su cui si regge il governo. Ma questa volta non sono i malumori interni ai pentastellati a far rumore, quanto il mai del tutto risolto rapporto con l’alleato leghista. Salvini che a Napoli ha riunito il comitato sull’ordine e la sicurezza ricompatta i Cinque Stelle su una battaglia fondativa del movimento, quella contro gli inceneritori. “Finora nella gestione dei rifiuti c’è stata approssimazione e incapacità. In Campania è a rischio la salute dei cittadini come in nessuna altra regione. Non so che cosa abbiano fatto gli amministratori. Si rischia un’emergenza sanitaria e ambientale a livello mondiale. Ci vuole un termovalorizzatore in ogni provincia”, annuncia il ministro, che parla con il piglio di chi ha già stilato un programma di lavoro.

Ma non è così. E non solo perchè Di Maio lo bacchetta via social. “La terra dei fuochi è un disastro legato ai rifiuti industriali, provenienti da tutta Italia, non a quelli domestici. Quindi gli inceneritori non c’entrano una beneamata ceppa e tra l’altro non sono nel contratto di Governo”, gli dice senza troppi giri di parole il vicepremier, originario di Pomigliano d’Arco, su Facebook.

É soprattutto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa a mettere in chiaro che governo e inceneritori sono incompatibili. “Quando arriva l’inceneritore, o termovalorizzatore, il ciclo dei rifiuti è fallito”, mette in chiaro il generale dei carabinieri, già comandante della Regione Campania, uno dei maggiori esperti italiani sul tema, l’uomo che ha scoperto la discarica di rifiuti più pericolosi d’Europa. Costa bolla come “provocatorie” le parole di Salvini. E riassume la linea dell’esecutivo, contratto di governo alla mano. “Riduzione, riuso, recupero, riciclo: sono le quattro R che devono diventare un mantra per tutti. Chi non è in sintonia con queste direttrici vive in un’epoca passata”, dice il ministro dell’Ambiente. “É per questo- aggiunge- che abbiamo creato una competenza apposita sull’economia circolare. É per questo che stiamo scrivendo le norme per regolamentare l’end of waste. Non possiamo permetterci di bruciare risorse economiche, e anche posti di lavoro, creando danni ambientali e alla salute. La gestione virtuosa dei rifiuti è il futuro”.

Alfonso Raimo – Agenzia DIRE
www.dire.it

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*