L’ombra del diavolo

di Mauro Seminara

di Mauro Seminara

Mancano tre giorni alla chiusura del terzo mese di Governo del Cambiamento ed un primo bilancio, sulla direzione intrapresa e sugli errori commessi, si potrebbe anche redigere. Si sa per certo che in quasi tre mesi tutto si è limitato ad un tema che ha monopolizzato il dibattito: i migranti. I salviniani sfegatati sono fin qui già soddisfatti e ritengono il lavoro dell’esecutivo credibile ed in linea con quanto promesso. Meno soddisfatti sono probabilmente i moderati del Movimento 5 Stelle che hanno votato il candidato premier in pectore Luigi Di Maio e si sono trovati alla guida il mattatore Matteo Salvini. Ieri la notizia, esclusiva concessa al Fatto Quotidiano, che il capo politico pentastellato promette una prima introduzione di reddito di cittadinanza in tempi brevissimi. Un rilancio periodico dell’intenzione di mantenere subito anche le principali promesse pentastellate. Annuncio che, unito alle minacce rivolte all’eurobudget sui fatidici venti miliardi che venti non sono ed all’anticipazione di una legge di bilancio “coraggiosa” che verrà proposta in autunno, lascia intendere un altro colpo di coda della comunicazione guidata da Rocco Casalino. Il dubbio, lecito, è che la campagna sui fondi per il bilancio europeo e la sfida che l’esecutivo lascia intendere di voler lanciare ai rigorosi eurodifensori dei trattati economico-finanziari possa far apparire ancor più cattivi i vertici Ue che avranno impedito l’immediata introduzione del reddito di cittadinanza. Nel frattempo si tenta magari anche di distogliere un po’ l’attenzione da un tema che il Governo inizia a reggere non esattamente bene, oppure si vuol rubare per un attimo la scena a Salvini per offrire un briciolo di soddisfazione agli elettori a cinque stelle. Resta che sul caso Diciotti il Governo ha fatto un enorme pasticcio dimostrando inconcludenza e capacità di sortire gravi danni collaterali sul piano istituzionale. Un pasticcio tale che, pur avendo avuto inizio nel Canale di Sicilia due giorni dopo che a Genova è crollato il ponte uccidendo 43 persone e spaccando in due la città, la vicenda della nave della Guardia Costiera ha accentrato l’attenzione dell’opinione pubblica forse più di quanto il Governo sperava o si aspettava. È anche vero che, se a pensar male a volte ci si azzecca, ci si potrebbe chiedere se una notizia non avrebbe dovuto eclissare l’altra con astuto opportunismo. I dubbi sono molteplici e su molti fronti, ed una eventuale analisi “punto per punto”, apparirebbe forse troppo facile da leggere per come il pregiudizio di un lettore vorrebbe. In fondo ci stiamo ormai abituando alla sindrome dell’oroscopo, quello strano fenomeno interiore che permette ad ognuno di sentirsi dire ciò che vuole dall’astrologo di turno e di riconoscere poi, a fine giornata, quello che ritiene di aver riscontrato nella mattutina predizione escludendo il resto. Quindi, rivolgendo lo spunto di riflessione in modo incondizionato a tutte le parti, piuttosto che con analisi procederemo con punti di domanda.

Fin qui, il dibattito sulla questione migratoria è stato centrale, ma qual è l’obiettivo reale della politica salviniana e giallo-verde? Non devono più arrivare migranti o devono essere distribuiti in tutta l’Ue equamente? Non devono partire o devono morire in mare senza che nessuno intervenga? Se l’Europa non fa la propria parte e l’Italia lamenta la sua indifferenza, perché gli alleati ideali in questa fase di piena ed indiscussa leadership di Salvini sono personaggi come Orban e Kurz? Se il problema è pressoché risolto come dimostrato dal meno 85% di arrivi di migranti rispetto allo scorso anno, perché strapparsi i capelli contro la Guardia Costiera italiana e per il ricollocamento dei 190 naufraghi di nave Diciotti? Se è centrale la collaborazione della Libia per il controllo dei flussi e la gestione dei centri per migranti degni di accoglienza ad esseri umani, perché sbilanciarsi verso il Governo di Tripoli fino a causare nuova destabilizzazione che produrrà nuove partenze e potenziali richiedenti asilo perfino con passaporto libico? Se il Governo partiva con un notevole consenso nazionale e poteva trattare con fermezza in sede europea, a quale scopo aprire dialoghi intensi quanto poco produttivi con i Paesi di Visegrad e proporre al contempo solo inattuabili inezie a quelli che dettano l’agenda, come Germania e Francia? Perché minacciare continuamente iniziative che non si possono mettere in atto invece di trainare l’Ue verso accorgimenti utili alla ripresa economica? Se l’Italia mette a rischio l’esistenza stessa dell’Unione europea, chi ci guadagna di più fuori dai confini dell’eurozona? Se la missione prima ed assoluta del ministro degli Interni è difendere e dare sicurezza, perché non condanna mai le azioni di intolleranza e razzismo lasciando che si creino fazioni opposte in Italia senza spendere una parola al riguardo? Si potrebbe procedere così ancora a lungo, con decine e decine di domande a cui ogni lettore dovrebbe provare a dare le proprie risposte. Un’ultima domanda però potrebbe in qualche modo racchiuderle tutte: ma ci sono o ci fanno? In altre parole, sono dei veri cialtroni incompetenti o il programma è ben diverso da quello che gli elettori hanno sottoscritto?

Secondo l’Ocse, la crescita dei Paesi dell’Ue sta fortemente rallentando. Come potrete immaginare, dal trend negativo è esclusa la Germania. Come potrete dare per scontato, l’Italia è uno dei Paesi che sta subendo uno dei rallentamenti più forti tra i sette grandi che tre mesi fa si sono riuniti in Canada. In forte crescita sono invece, su scala mondiale, gli Stati Uniti e il Giappone. Entrambi però rappresentano due delle nazioni con il debito pubblico in assoluto più alto al mondo. L’Unione europea invece, malgrado una politica economica esageratamente severa che è costata sangue a milioni di persone, in particolare in Grecia, Italia, Portogallo e Spagna, ha un bilancio in crescita che minaccia gravemente le economie delle superpotenze odierne. L’era del dollaro, malgrado l’accanimento terapeutico speso a suon di minacce e guerre o tentativi di rovesciamento di governi, è sul viale del tramonto e l’euro è la valuta più solida e diffusa per il futuro di tutti i mercati mondiali. E non sono certo nazioni come l’Ungheria di Victor Orban a trainare l’eurozona. Anzi. Cosa accadrebbe se l’Unione europea si spaccasse come adesso rischia di spaccarsi l’Italia? In Italia, tra i milioni di persone che, per fortuna, non si limitano alla lettura dei soli titoli, ci sono purtroppo moltissime persone che stanno dietro alla scia chimica delle scie chimiche: il “piano Kalergi”. Un delirante piano sovversivo datato un secoletto addietro e basato sulla destabilizzazione europea a mezzo importazione di massa di migranti. I fanatici complottisti del piano Kalergi hanno da qualche tempo trovato il loro diavolo ideale in George Soros. L’uomo che, stando alle panzane dei social, finanzierebbe tutte le Ong per caricare migranti da riversare in Italia. Vero che la fondazione di Soros, la Open Society Foundation, ha finanziato Ong; ma stiamo parlando di contributi al pari, se non inferiori, a quelli di altre fondazioni come quelle delle banche italiane. Cifre da quindici o venti giorni di navigazione all’anno e niente più. Soros, tra l’altro, l’economia di una nazione, o letteralmente l’interno ordinamento, non li rovescia con piani cosi lenti e laboriosi: piani Kalergi che si consumano nell’arco di decenni senza garanzie di riuscita. Soros manda in malora una valuta, svalutandola di percentuali fantascientifiche, con una sola sortita in borsa. Lo fece, e lo confessò, fiero, all’inizio degli anni novanta proprio con la lira. Con l’Italia.

La più grande beffa che il diavolo abbia mai fatto è stata quella di convincere tutti che lui non esiste? Ecco. Parliamo di diavoli e di beffe. Complottismo per complottismo, perché a nessuno sorge il dubbio che il peggior nemico di George Soros sia in realtà il suo miglior alleato o il suo dipendente? Ritorniamo un momento su alcune domande. L’Italia si sta dividendo tra estremisti di destra e moderati, e da giorni si sfiorano gli scontri tra le parti. Il ministro degli Interni tacitamente asseconda, quasi incoraggiandole, le manifestazioni di intolleranza e di razzismo. Pare quasi che non attenda altro che farsi arrestare per dare il via ad una guerra civile in Italia. Il Governo italiano fa propaganda in Italia e crea scompiglio in Europa senza però pretendere o portare a casa ciò che rivendica, come altri Governi prima; nessuna novità. Solo che pretende solidarietà dai “volenterosi” europei con pagliacciate in piena automortificazione come quella del caso Diciotti e poi va a braccetto con il gruppo contrario, quello dei “non volenterosi”, con il genio guastatori di Visegard. Soffiando quindi, oltre che entro i confini nazionali, anche in Europa sul vento dell’intolleranza e dell’odio razziale. Il tutto, sia chiaro, a carico di decine di migliaia di morti di fame e richiedenti asilo, ma senza mai neanche per sbaglio toccare o citare la massiccia infiltrazione della nostra economia ad opera della Cina. Quella Cina che produce ormai tutto ciò che acquistiamo ed a prezzi impossibili da battere; che ha rilevato le nostre fabbriche, i nostri tessilifici, i nostri negozi; che ci spedisce prodotti direttamente a casa, da Hong Kong per due euro. Di quella Cina che ci ha distrutto il tessuto economico non si fa parola. Sono solo gli africani che ci rubano il lavoro, raccogliendo patate per dieci euro al giorno. Eccovi una domanda sulla quale arrovellarvi invece della vecchia e logora storia del piano Kalergi: e se ci fosse un Soros che paga perché l’Italia e l’Unione europea vadano in malora prima di distruggere con bilanci senza debito e valuta inaffondabile qualunque altra economia, in primis quella statunitense? Siete sicuri che state applaudendo la parte giusta? Siete sicuri che il peggior nemico sia quello che vi hanno posto davanti? Siete davvero convinti che dopo dieci anni di sacrifici impagabili sia astuzia farci mandare affanculo dall’Unione europea? Siete convinti che parlare di fornire armi e barche militari a Tripoli sia una genialata per il bene dei nostri confini? Non vi viene mai qualche dubbio quando vedete che una parte del vostro Stato sta litigando senza alcuna diplomazia con un’altra parte del vostro Stato?

Se smetteste di frequentare i social per un paio di settimane e di condividere le idiozie che gli uffici comunicazione occulta dei partiti vi propinano, forse vedreste le cose con maggior chiarezza. Magari smettereste anche di aggredirvi, verbalmente o fisicamente, tra tifosi della desta (o del Governo) e tifosi smarriti senza una corrente politica grazie a Conan il distruttore Renzi. Spegnete le app dei social per un po’. Magari vi tornerà in mente che l’obiettivo è il vostro lavoro, il vostro salario, il vostro mutuo, la vostra pensione, la sicurezza delle vostre strade e dei vostri ponti, la mafia da sconfiggere o quantomeno indebolire, la meritocrazia nel pubblico e nel privato…non che i morti di fame più morti di fame di noi debbano morire prima di arrivare in Italia. Anche perché, i soldi con cui si sostentano all’accoglienza arrivano proprio dall’Unione europea e non si possono spendere in altro modo se non quello. Quindi, forse davvero non tolgono nulla a nessuno o quasi. La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto…

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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