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Ancora migranti a Lampedusa, gli ultimi 11 direttamente in porto

(Foto di repertorio)

All’ombra della grande battaglia ingaggiata dal Governo italiano sul fronte del flusso migratorio proveniente dalla Libia ci sono piccoli sbarchi, a volte autonomi ed altre intercettati dalle autorità prima dell’approdo, che lento e continuo compone grandi numeri. La rotta non è quella della Libia ma quella tunisina e le barche non portano centinaia di persone ma una media di dieci a natante. I numeri complessivi non sono però da sottovalutare. L’ultimo arrivo, in ordine di tempo, risale a questo pomeriggio a Lampedusa. Una barca con undici harragas, in prima analisi tutti tunisini, è entrata in porto poco prima delle 17. I migranti sono stati visitati e seguendo tutta la ordinaria procedura sono stati condotti nell’hotspot di Contrada Imbriacole che attende ancora la sua complessiva ristrutturazione.

Martedì 31 luglio, all’alba, erano arrivati sulla maggiore delle Pelagie 11 migranti con un barchino. In quel caso si trattava di subsahariani, anche se partiti dalle coste tunisine. Poco più tardi erano stati rintracciati a terra tre migranti tunisini che, sembra, tentavano di lasciare l’isola dopo aver condotto una barca. Nei giorni precedenti Lampedusa aveva registrato l’arrivo di altre sei imbarcazioni nell’arco di circa 48 ore. In quel caso erano state prevalentemente fermate dai guardacoste, ma non tutte. Il conteggio degli sbarchi e degli arrivi a Lampedusa, se pur parziale statistica, è indicativo per il numero di barche che settimanalmente salpano dalla Tunisia e lascia intendere che un imprecisato numero di migranti possa al contempo raggiungere direttamente le coste sud della Sicilia per quelli che vengono definiti “sbarchi fantasma” e che esulano da qualunque statistica. Altra rotta poi, che si aggiunge al totale degli arrivi, è quella dell’est. Barche a vela, di altro costo e non a perdere, conducono con regolarità migranti iracheni e siriani sulle coste di Calabria e Sicilia. In questi ultimi casi né la propaganda né gli accordi con i trafficanti e la sedicente Guardia Costiera libica possono far nulla.

Redazione:
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