Open Arms: “Le motovedette libiche ci hanno sparato”

Continua lo scontro a distanza tra la Ong catalana Proactiva Open Arms ed il ministro degli Interni italiano. Nel Mediterraneo l’altra imbarcazione della Ong con a bordo il campione di Nba, Pau Gasol, testimonial

“Ero a bordo quando le motovedette libiche di Tripoli, quelle donate dall’Italia e con equipaggi allenati e istruiti anche dall’Italia, ci hanno sparato, sequestrato con le accuse di essere trafficanti o con azioni di pirateria in acque internazionali. Evidentemente sono anni che vediamo come si è sviluppata una involuzione rispetto ai salvataggi in mare per scelte politiche che vengono anche dall’Italia”. Lo ha detto Riccardo Gatti, capitano della Open Arms, intervistato da Sky Tg24.

OPEN ARMS: CHI METTE IN GIRO FAKE NEWS NON SIAMO NOI

“Si sta cercando di passare la responsabilità dei salvataggi alla Libia e si sta facendo passare il discorso che si possono riportare in Libia persone che scappano, sapendo quali siano le condizioni e ciò che succede. Le fake news non vengono da noi ma da un’altra parte”. Lo ha detto Riccardo Gatti, capitano della Open Arms, intervistato da Sky Tg24. “Noi non siamo qui per accusare – ha aggiunto Gatti – ma per testimoniare quello che sta succedendo. Siamo qui con due navi, con la Open Arms che è una nave di soccorso e con l’Astral”, su cui, tra gli altri, “ci sono giornalisti e c’è il campione di Nba”, lo spagnolo Pau Gasol, questo per far sì “che tutto il mondo veda cosa sta succedendo”. Gatti ha aggiunto: “Ognuno porti avanti le sue conclusioni. Sappiamo bene che succede in mare, sappiamo che la realtà che c’è in mare non è sempre quella che viene presentata in realtà, per esempio, ai cittadini italiani”.

VERSO SPAGNA A CAUSA DI ATTACCHI DI SALVINI

La Open Arms ha scelto di dirigersi verso la Spagna “come conseguenza della campagna degli ultimi mesi, come conseguenza delle scelte e delle dialettiche del ministro degli Interni riguardo tutto quello che dice contro di noi, sostenendo che quello raccontato e testimoniato è una fake news. Abbiamo deciso di andare in un posto che riteniamo sicuro per noi e specialmente per la persona che trasportiamo, Josepha”. A spiegarlo, intervistato da Sky Tg24, il capitano della Open Arms, Riccardo Gatti. “C’è stata preoccupazione rispetto alla tutela della donna sopravvissuta e della sua libertà di poter rendere testimonianza in condizione di sicurezza”, continua Gatti. “Sappiamo che quello che racconterà sarà importante per fare chiarezza su quello che è successo”.

Una motovedetta della sedicente Guardia Costiera libica, un tempo appartenuta alla Guardia di Finanza italiana
Agenzia DIRE
www.dire.it

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