Quattro arresti a Roma per sciacallaggio di società in liquidazione coatta

Gli arrestati acquistavano partecipazioni societarie e crediti a condizioni tanto vantaggiose per la parte acquirente, quanto assolutamente diseconomiche per le società cedenti

Svendevano parti di “società di scopo” a vantaggio di un imprenditore che acquistava così a prezzi stracciati partecipazioni societarie e crediti di valore nettamente superiore. Le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Roma e traggono origine dalle risultanze di un’attività ispettiva svolta dall’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia nei confronti di un istituto di credito, da cui erano emerse anomalie nella gestione e riscossione di crediti delle “società di scopo” Ligresta S.r.l. e Ligresta Due S.r.l., entrambe controllate da FinTecna S.p.a. e appositamente costituite per la cessione dei patrimoni di società in liquidazione coatta amministrativa che facevano parte dei gruppi EFIM e ItalTrade o erano riconducibili a Enti soppressi.

Questa mattina le Fiamme Gialle del Comando provinciale di Roma hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale capitolino nei confronti di 4 soggetti, ritenuti responsabili del reato di peculato ai danni delle sopracitate società. Per i reati ascritti sono finiti in carcere Riccardo Taddei, già direttore generale di FinTecna S.p.a. e presidente del Consiglio di Amministrazione della Ligresta Due S.r.l. e Vincenzo Eugenio Di Gregorio, amministratore delegato della Sagest S.p.a. Arresti domiciliari invece sono stati disposti per Alessandro La Penna, già amministratore delegato della Ligresta S.r.l. e consigliere delegato della Ligresta Due s.r.l. e Domenico Zambetti, già collaboratore a contratto della Ligresta S.r.l.

Gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma hanno accertato che gli indagati, i quali non fanno più parte degli organi direttivi delle imprese pubbliche, hanno acquistato partecipazioni societarie e crediti a condizioni tanto vantaggiose per la parte acquirente, quanto assolutamente diseconomiche per le società cedenti, a vantaggio del solo imprenditore Vincenzo Eugenio Di Gregorio.
Quest’ultimo ha avuto accesso al patrimonio di informazioni riguardanti il vasto portafoglio di società acquisite dalle Ligresta, potendo in tal modo valutare l’appetibilità di eventuali operazioni di acquisizione, sfruttando due contratti di consulenza e collaborazione conclusi con le due “società di scopo”.

Osserva il Giudice che accordi così congegnati appaiono caratterizzati da un’intrinseca posizione di conflitto, incompatibile con lo scopo dichiarato di soddisfare l’interesse esclusivo delle società di scopo Ligresta. Una delle progettualità illecite più rilevanti è riferibile a una serie di operazioni attraverso le quali Lgresta è stata privata, in concreto, di una partecipazione in Safim Factor S.p.a. (ex gruppo Efim) poco prima che quest’ultima – circostanza nota agli indagati – diventasse titolare di un credito pari a circa 40 milioni di euro in virtù del favorevole esito di un contenzioso. Oltre ai 4 soggetti destinatari delle misure cautelari, sono indagate, per un danno patrimoniale complessivo di oltre 64 milioni di euro, altre 9 persone.

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