Italia scarica i migranti che ha a bordo la Astral di Open Arms

La Guardia Costiera italiana precisa che l’equipaggio della Astral sapeva che a coordinare il soccorso era la Libia. Lo stallo nel Mediterraneo continua e l’Inghilterra non autorizza il trasbordo su Aquarius probabilmente perché non trova un porto sicuro da indicare poi per lo sbarco

In copertina: Veliero Astral di Proactiva Open Arms

Il veliero della Ong catalana Proactiva Open Arms è ancora in attesa di autorizzazione formale al trasbordo dei 105 migranti soccorsi ieri a nord di Khoms, al largo delle acque territoriali libiche. Autorizzazione che riguarda le autorità marittime inglesi fino al trasbordo dal veliero Astral, che ha effettuato il soccorso, e la nave Aquarius che dispone di maggiore spazio al riparo dal gelo e maggiori dotazioni per la prima accoglienza. Entrambe le navi battono bandiera inglese. Ma l’autorizzazione a trasbordare non prevede una autorizzazione ad approdare in un porto sicuro italiano o nelle immediate vicinanze del Mediterraneo centrale. L’Italia nega l’approdo ai migranti, e cosa sta accadendo in quel tratto di mare lo si evince dal comunicato stampa che la Guardia Costiera italiana ha diffuso nel tardo pomeriggio odierno. Quindi, dopo che la stampa nazionale ed internazionale si era occupata dello stallo “burocratico” nel Mediterraneo. “Sebbene informata dell’assunzione del coordinamento da parte delle autorità libiche, ha proceduto in autonomia al recupero dei migranti, ritenendo la situazione critica”. Così da Roma puntualizzano un “arbitrio” con cui i soccorritori della Astral avrebbero operato violando eventuali disposizioni che la sala operativa dell’MRCC libico potrebbe aver impartito. Il soccorso quindi non era “di competenza” della Astral e questo ha probabilmente causato lo stallo, non avendo assunto l’MRCC italiano il coordinamento del salvataggio. “Allo stato attuale, le due navi sono in attesa di indicazioni – spiega in chiusura la nota della Guardia Costiera italiana – dello Stato di bandiera (Inghilterra) a cui compete autorizzare il trasbordo dei 105 naufraghi ed indicare il luogo sicuro di sbarco”. In corso ci sarebbe quindi un braccio di ferro tra l’autorità marittima inglese e quelle dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo centrale: Italia, Malta e Tunisia. Teoricamente dovrebbe essere esclusa dai “porti sicuri” la Libia, ma sembra che il problema stia proprio nel non aver “consegnato” ai libici i migranti soccorsi. A bordo della Astral i migranti si accingono adesso a trascorrere la seconda notte all’addiaccio sul ponte del veliero. Una seconda notte di gelo che potrebbe causare necessità sanitarie urgenti nelle prossime 24 ore.

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