Impresa francese pagava l’Isis in Siria e la Francia chiese di non bombardarli

Una cementiera francese sotto il controllo dei terroristi in Siria nelle indagini francesi su sospetti finanziamenti ai combattenti anti-Assad. La Francia chiese di non bombardare lo stabilimento

La notizia è una esclusiva della agenzia internazionale Reuters e dovrebbe fare breccia nelle aperture delle più importanti testate, ma sembra che poco importi ai media del mainstream filo atlantico. Lo stabilimento in questione produce cemento e si trova nel nord della Siria. La cementiera Lafarge era sotto il controllo dei terroristi dell’Isis e il Governo francese chiese nel 2014 che lo stabilimento non venisse attaccato malgrado fosse un vespaio di terroristi. Lo scoop della Reuters parte da ina inchiesta condotta da pubblici ministeri francesi secondo le cui prove indiziarie la Lafarge avrebbe “finanziato” i terroristi per non fermare la produzione. L’inchiesta giudiziaria francese, partita circa un anno addietro, ha poi scoperto le e-mail dell’esclusiva Reuters secondo cui la Francia sarebbe intervenuta per garantire l’incolumità dello stabilimento malgrado questo fosse luogo di riparo e finanziamento dei terroristi. La richiesta è stata inviata all’alleato francese: gli Stati Uniti.

Secondo le prove agli atti dei pubblici ministeri, il 19 settembre 2014 un inviato francese in Siria, Frank Gillier, oggi residente a Parigi, ha scritto agli alti funzionari del Ministero per gli Affari Esteri francesi di tutelare l’impianto quale “interesse” economico francese. La e-mail, che conteneva anche le esatte coordinate geografiche dell’impianto, suggeriva agli alti funzionari del Ministero degli Esteri che: “Sembra legittimo chiedere a Washington di non compromettere questo sito prima di consultarci”. Alla richiesta, o “suggerimento”, segue un’altra e-mail, anche questa agli atti dell’indagine, datata 2 ottobre 2014, con cui effettivamente dagli originari destinatari francesi della missiva inoltrano ai referenti statunitensi la pretesa di tutela del sito in mano ai terroristi. L’attenzione a siti di interesse strategico per ragioni economiche, la tutela di queste aree con insediamenti dei terroristi da combattere e il finanziamento che i terroristi ricevevano per il mantenimento della produttività francese rischiano di avallare le accuse che, nel pieno del conflitto tra forze siriane e russe contro i terroristi, la Russia ha più volte mosso a Washington asserendo che le forze statunitensi proteggevano l’Isis invece di combatterlo.

L’inchiesta francese ha già formalmente indagato i vertici della Lafarge lo scorso anno. La Lafarge, nel frattempo, nel 2015, si era fusa con la Swiss Holcim costituendo un colosso europeo del cemento la cui nuova denominazione è divenuta Lafarge Holcim. L’agenzia Reuters ha anche tentato di contattare i vertici del Ministero degli Esteri francese e della Lafarge Holcim per commentare i fatti. Lafarge Holcim, ieri, si è rifiutata di rilasciare dichiarazioni in merito. Anche il Ministero non ha inteso rilasciare dichiarazioni circa la conoscenza del finanziamento che Lafarge versava ai terroristi armati nella regione nord della Siria in piena guerra tra i militanti dello Stato Islamico e il Governo della Siria. Lo scoop di Reuters, originato dalle prove agli atti dei pubblici ministeri francesi, arriva in un momento altrettanto delicato in cui il presidente francese Emmanuel Macron insiste, con l’alleato statunitense Donald Trump, perché un presidio militare di terra rimanga in Siria. Intanto l’inchiesta francese rischia di aprire una enorme voragine sotto i piedi delle iniziative belliche del presidente Macron, coinvolgendo anche diplomatici – già sentiti dai pubblici ministeri – e servizi di intelligence oltre ad un giudice.

Eric Olsen, ex amministratore delegato di Lafarge Holcim, ha rassegnato le dimissioni dopo che la società ha riconosciuto di aver pagato soldi a gruppi armati per mantenere operativo il proprio impianto in Siria. Lo precisa la Reuters nella propria inchiesta che reca anche un dato sui pagamenti dall’azienda francese ai tagliagole in Siria: Lafarge avrebbe pagato quasi 13 milioni di euro ai tagliagole tra il 2011 ed il 2015 per garantire l’attività del proprio impianto. Sembra quindi fuori dubbio che la guerra in Siria sia stata finanziata anche da milioni di euro provenienti dall’Europa e che gli insediamenti dell’Isis siano stati tutelati da chi li avrebbe dovuti combattere.

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