A volte ritornano…

Le osservazioni di Massimo Costanza

di Massimo Costanza

“Es braust unser panzer” è una frase priva di musicalità. Fredda, dura come quasi tutto ciò che viene dalla Germania (eccezion fatta per qualche discreta birra e qualche ottima automobile).
Se però sei astemio, giri in bici e vivi nel Paese più bello del mondo, nulla dovrebbe ricondurti a scrivere in lingua tedesca nemmeno un “ti amo” da baci perugina alla tua ragazza.
“Es braust unser panzer” dicevamo, che nella lingua più bella del mondo universalmente riconosciuta come quella di Dante, pressappoco suona cosi: “il nostro carro armato sta ruggendo”.

E che sarà mai direte voi! Puoi scrivere “Juve merda” nei cessi degli autogrill, lanciare epiteti di ogni sorta sulla tua scheda elettorale nelle segrete cabine, financo sfregiare con sontuose e sterili cazzate luoghi di culto storici del nostro Belpaese come Palazzo Grassi, casa di Romeo e Giulietta o Ponte Milvio e ti stai a sconvolgere per una robetta cosi insignificante in tedesco??
E dai Massimo, open your mind, siamo nel terzo millennio, la tecnologia ci ha evoluti, smettila di esaltare il mito di Zygmunt Bauman tutto caos e disorientamento!!
Sei il solito pessimista cosmico che non vede speranza nel futuro. Bauman era un sociologo sfigato ossessionato dal pessimismo cosmico che profetizzava disorientamento, crisi dello Stato e delle ideologie un po’ come sosteneva il mitico Franco Scoglio da Milazzo, così a “de minkiam”

Sarà.

Sarà pure che sono anche iconoclasta e odio profondamente ogni genere di simbolismo evocativo come quell’effige chiamata SVASTICA scolpita nei bagni del parlamento italiano a Montecitorio.
Sarà anche che la storia io l’ho studiata e me le ricordo bene le staffette partigiane ed il sangue dei nostri patrioti versato per consentire a qualche lobotomizzato in giacca e cravatta di scrivere oggi, nel 2018, quell’oscenità in un luogo cosi sacro come il parlamento italiano.

Sarà.

Eppure all’impavido risponditore che ha replicato con un poco elegante “ma vai a cagare” – anch’esso scolpito nel medesimo bagno – io rispondo cosi:
Bauman, sociologo ebreo che grazie alla fuga della famiglia in Russia nel 1939 evitò le conseguenze dirette della Shoah, scrisse nel 1989 “Modernità e Olocausto”.
Bauman è morto qualche settimana fa ma se potesse, carissimi onorevoli smidollati teppistelli di questa terza Repubblica Italiana, verrebbe volentieri a prendervi a calci in culo a Montecitorio….

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