Modena, scritte contro Marco Biagi: “Non pedala più”

Sui muri dell’Università di Modena sono comparse scritte contro il giuslavorista Marco Biagi, ucciso da un commando di terroristi appartenenti alle Nuove Brigate Rosse il 19 marzo del 2002

In copertina: Una delle scritte comparse sul muro dell'Università di Modena contro Marco Biagi

Le scritte comparse a Modena contro Marco Biagi nell’anniversario della sua morte (“Marco Biagi non pedala più”; “Onore a Mario Galesi, onore ai compagni combattenti”; “1.000 Biagi”) scuotono il giorno del ricordo del giuslavorista. A segnalarle, postandone le foto su Twitter, è stato stamane un suo ex allievo, Michele Tiraboschi, oggi docente all’Università di Modena e Reggio Emilia.

Il rettore di Unimore, Angelo Andrisano: “Clima di odio”

“La comunità accademica di Unimore è profondamente turbata per le ingiuriose scritte comparse stamane sui muri del Foro Boario, che offendevano la memoria del professor Marco Biagi”, dice il rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia Angelo Andrisano rivolgendosi, a nome suo e dell’intero Ateneo, alla vedova Biagi, ai figli e ad a tutti i famigliari del giuslavorista per esprimere “la nostra ferma condanna per un episodio che si iscrive in un clima di odio che da sempre accompagna in alcune frange, fortunatamente marginali, della società il ricordo di un intellettuale che ha servito con generosità lo Stato e che si è speso per l’inclusione dei giovani nel mondo del lavoro”.
Aggiunge Andrisano: “Evocare i fatti di 16 anni fa con disprezzo per il sacrificio del nostro docente è un atto di inciviltà. Confidiamo che le forze dell’ordine possano individuare i responsabili di questo gesto indegno”.

Michele Tiraboschi: “Ecco perché ricordarlo”

Era stato un allievo di Biagi e oggi docente Unimore, Michele Tiraboschi, a segnalare pubblicamente il fatto delle scritte. “Queste le scritte oggi sui muri della facoltà di Economia a Modena. Questa la ragione del perché ricordare Marco Biagi. Non uno stanco rituale ma una battaglia di verità. Una morte assurda e ingiusta, maturata in un clima di odio e intolleranza che purtroppo non è scomparso”, ha scritto Tiraboschi stamattina su Twitter pubblicando anche le foto.
Alla segnalazione di Tiraboschi è seguito rapidamente il commento del segretario nazionale della Fim-Cisl, Marco Bentivogli: “Pena e vergogna per chi inneggia all’uccisione di un uomo coraggioso e giusto e ai vigliacchi che gli hanno tolto la vita. Il terrorismo e’ nemico dei lavoratori e delle loro battaglie”.

Stefano Bonaccini: “Scritte infamanti, sono solo dei vigliacchi”

“Chi oggi offende la memoria di Marco Biagi con scritte infami e indegne è solo un vigliacco che si nasconde dietro l’anonimato per oltraggiare un uomo coraggioso che metteva il proprio sapere al servizio della collettività. Che vengano individuati e perseguiti con assoluta durezza e fermezza. E sappiano che nessuno è disposto a seguirli: lo ripeto, il terrorismo e anche solo coloro che tentano penose emulazioni con frasi sconsiderate non hanno alcuna ragion d’essere o giustificazione, né ieri, né oggi, né mai”. Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dopo le scritte apparse oggi sui muri dell’Università di Modena contro Marco Biagi e a favore di uno dei brigatisti condannati per l’omicidio del giuslavorista ucciso il 19 marzo del 2002 dalle nuove Brigate rosse. “Le scritte contro Biagi all’Università di Modena un affronto a tutta la comunità. I familiari del giuslavorista sappiano che non sono soli. Noi sempre e comunque dalla parte delle vittime”, assicura Bonaccini. Condanna l’episodio anche il capogruppo del Pd in Regione, Stefano Caliandro. “Purtroppo la storia tende a ripetersi e i fatti dimostrano che gli anticorpi della nostra società contro i violenti non sono mai abbastanza”, afferma il dirigente dem citando le scritte apparse sui muri della facoltà di Economia dell’Università di Modena, “scritte vili e infamanti”, un “affronto non solo alla memoria del giuslavorista, ma tutti a noi come comunità democratica. Mi auguro che i responsabili siano individuati al più presto e paghino per quello che hanno fatto”.

Caliandro rinnova dunque l’appoggio alla famiglia di Biagi, “alla moglie, ai figli. Sappiano che non sono soli”. E aggiunge: “Nei giorni scorsi l’ex brigatista Barbara Balzerani, componente del gruppo che rapì e uccise Aldo Moro, ha osato dire che ‘ormai fare la vittima è un mestiere’. Ebbene, i carnefici imparino a tacere e sappiano che noi saremo sempre e comunque dalla parte delle vittime. Non solo: vigileremo con tutte le nostre forze per impedire che la barbarie e la violenza avvelenino nuovamente lo spazio destinato allo studio, alla ricerca di soluzioni per il bene comune, al confronto pubblico”. Ricordare “la figura, il pensiero e l’opera di Marco Biagi è un dovere civile per tutte le Istituzioni. Il suo barbaro omicidio ferisce ancora tutta Bologna, la nostra regione e il Paese e interroga le nostre coscienze. Il dolore per la sua morte non trova pace perché è stata assassinata una persona e inferto un colpo ai valori della democrazia, della tolleranza e del rispetto che sono alla base del nostro vivere comune e della coesione della nostra città”, sottolinea inoltre la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Simonetta Saliera.

Emilia Vitulano – Agenzia DIRE
www.dire.it

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