Mediterraneo, rapporto Issm-Cnr: “Due sponde, un’emergenza lavoro”

Il rapporto è stato presentato ieri nella sede romana del CNR. Assente la colonna portante della ricerca, Eugenia Ferragina, deceduta poche ore prima della presentazione del suo lavoro. Tra gli ospiti relatori anche l’ex premier Romano Prodi in veste di presidente della Fondazione per la collaborazione tra i popoli

Tra le persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni i tassi di disoccupazione sono alti in tutta l’area del Mediterraneo, con punte superiori al 45% in Bosnia-Erzegovina, Libia, Spagna e Grecia. Il dato è solo uno di quelli che emergono dal Rapporto sulle economie del Mediterraneo, presentato ieri nella sede romana del CNR.
“Solo per mantenere i già bassi tassi di occupazione e non far crescere il numero di disoccupati – si legge nello studio – l’Algeria dovrebbe creare ogni anno tra i 126 e i 231mila posti di lavoro, il Marocco tra i 121 e i 133mila, la Tunisia tra i 281 e i 392mila”. Giunto alla sua tredicesima edizione, il Rapporto è un prodotto dell’Istituto di studi sulle società del Mediterraneo del CNR ma, come ha spiegato all’agenzia DIRE il direttore Salvatore Capasso, “è stato pensato e lavorato negli ultimi anni da Eugenia Ferragina, che il caso ha voluto si spegnesse proprio in occasione della presentazione del suo lavoro”. Ferragina è scomparsa proprio poche ore prima della conferenza ed è stata ricordata da tutti i presenti al convegno.

Oltre a Capasso c’erano, tra gli altri, Abdelhamid Senouci Bereksi e Hassan Abouyoub, rispettivamente ambasciatori della Repubblica d’Algeria e del Regno del Marocco in Italia, il console generale di Spagna a Roma e presidente dell’Executive Committee of the European Institute of the Mediterranean (IEMed), Sene’n Florensa I Palau, l’economista Luigi Paganetto, l’ambasciatore Enrico Granara, addetto della Farnesina al coordinamento degli Affari multilaterali nell’area euro-mediterranea e nel Golfo e l’ex premier e presidente della Commissione Ue Romano Prodi, in qualità di presidente della Fondazione per la collaborazione tra i popoli. Prodi ha proposto quella che lui stesso ha definito una “cruda analisi della politica europea nel Mediterraneo”. Quest’ultimo “rimane oggi un mare che ci separa, non che ci unisce” ha detto il professore, in un’intervista a margine del convegno, invocando “una grande politica come noi abbiamo fatto, con l’allargamento”, dopo che nel suo intervento aveva definito “straordinari” i risultati dell’espansione verso nord e verso est dell’Unione Europea.

“Rafforzare la coesione territoriale, ridurre i divari di reddito e dotare di adeguate infrastrutture le aree rurali”, sono invece le proposte presentate nell’introduzione al Rapporto per fare fronte alle disparità economiche e sociali nel Mediterraneo. “Le ineguaglianze tagliano verticalmente la regione in direzione Nord-Sud, ma orizzontalmente coinvolgono gruppi di Paesi e aree all’interno dei Paesi stessi”, si legge nel testo che si conclude con l’appello a “un modello di sviluppo inclusivo in grado di attingere alle due grandi risorse umane della regione: i giovani e le donne”.

Giulia Filpi – Agenzia DIRE
www.dire.it

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