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I misteri di Lampione, la più piccola delle Pelagie

In copertina: Lampione, e sullo sfondo Lampedusa, in una bellissima foto gentilmente concessa da Francesco Neri

“Non abbiamo notizie storiche per i secoli successivi ma d’altronde anche per Lampedusa e Linosa i riferimenti storici sono pochissimi perché tutte le isole del Mediterraneo erano continuamente esposte a incursioni saracene e ogni tentativo di colonizzazione da parte dei De Caro e successivamente dei Tomasi, fallì a causa della lontananza dalla Sicilia e per l’impossibilità di difendere quei territori. Divennero così luogo di sosta e di rifugio di pirati che le utilizzavano come base per le loro frequenti scorrerie nel Mediterraneo.” È un passaggio tratto dall’ottavo quaderno dell’Associazione Culturale Archivio Storico Lampedusa che sulle Pelagie sta svolgendo un’accurata e profonda ricerca. Uno studio che si avvale della collaborazione di storici e di archeologi e da cui già in passato sono emerse interessanti scoperte riguardanti anche i fondali marini delle isole, ricchi, forse più delle depredate superfici, di storia del Mediterraneo oltre che dell’arcipelago stesso.

Lampione vista dall’alto

“Durante la Seconda Guerra Mondiale Lampione fu ripetutamente bombardato da parte degli anglo-americani perché scambiato spesso per una nave. Questi bombardamenti provocarono ulteriori danni alle già precarie condizioni degli antichi manufatti. Sull’isolotto non vi era alcuna presenza di soldati né tantomeno postazioni di difesa e il giorno dopo la resa di Lampedusa e Linosa, avvenuta il 13 giugno del 1943, anche Lampione fu ‘occupato’ dagli Alleati.” Gli aneddoti storici raccolti dall’Archivio Storico sono numerosi e tutti documentati. Tra questi, probabilmente i più interessanti, alcuni riguardano le ipotesi di origine geologica di Lampione e della sorella maggiore Lampedusa di cui l’isolotto disabitato potrebbe essere stato parte. “Ma la cosa più curiosa e interessante – continua il quaderno numero 8 dell’Archivio Storico redatto da Antonino Taranto – è la presenza sull’isolotto di alcuni ruderi di fabbricati, di una cisterna e di molti frammenti di vasellame sicuramente di epoca romana o punica, testimonianza certa che in quel periodo Lampione non era disabitato come poi lo sarà nei secoli successivi.”

La carta del governatore Bernardo Sanvisente

Non sono mai state “certificate” le origini dei nomi di Lampedusa e Lampione e molta curiosità scaturisce dalla radice comune ai due nomi. “Considerate le modeste dimensioni dell’isola – spiega lo studio dell’Archivio Storico – non è possibile ipotizzare la presenza di una popolazione stabile ma, la necessità di tenere di notte dei fuochi accesi, può aver determinato la presenza sull’isolotto di una sorta di ‘guardiano’ o di un piccolo nucleo di persone.” In sintesi, riguardo all’isolotto disabitato sul quale furono rinvenuti resti di accessori utili nella vita quotidiana e piccoli edifici oltre ad una cisterna, l’ottavo quaderno redatto dall’Archivio Storico ricorda che “Nel periodo in cui il Mediterraneo e anche la Sicilia erano sotto la dominazione araba sappiamo che a Lampedusa vi era un governatore saraceno e che sull’isola vi erano circa 1000 abitanti, tutti musulmani che si dedicavano alla pesca e al commercio; nulla esclude che anche su Lampione vi fosse un piccolo gruppo di persone che aveva il compito di custodire e segnalare quel piccolo territorio.”

Per scaricare l’ottavo quaderno dell’Archivio Storico Lampedusa clicca qui

Il quaderno è stato redatto da Antonino Taranto, socio fondatore e promotore dell’Archivio Storico Lampedusa, con la collaborazione di Luca Siragusa per le immagini aeree, Emilio Verri per le immagini scattate a terra e Diego Ratti per la consulenza e le traduzioni.

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