Quell’odio sulla strada tra Basovizza e Macerata

Le osservazioni di Massimo Costanza

Tra Basovizza e Macerata c’è solo una differenza, settant’anni in mezzo che avrebbero dovuto farci riflettere e che invece ci lasciano un Paese pronto a fare le barricate per pochi centesimi di busta d’ortofrutta monouso alla grande distribuzione ed a chiudere entrambi gli occhi davanti a questi orrori del nostro recente passato e del nostro presente. Il resto sembra quasi poter attendere. Cosi sfiliamo per le strade di Macerata sfoggiando un negazionismo storico assurdo nei confronti di un genocidio, quello perpetrato dalle truppe di Tito sulla popolazione istriana e della Dalmazia, che ha “infoibato” oltre 13mila cittadini italiani per nulla di “serie B”.
Ancora oggi neghiamo la realtà dei fatti d’allora nascondendoci dietro ad insensate quanto capestri giustificazioni. Quasi a voler rivendicare il fatto che i morti sotto i colpi del nazifascismo valessero di più di quelli “infoibati” nelle gole carsiche attorno a Trieste.
Quelle foibe hanno visto orrori tanto quanto le risiere di San Saba e la mano che le ha animate, sia essa fascista, comunista, nazifascista, filotitojugoslava – chi più ne ha più ne metta – aveva un solo unico comune denominatore: l’odio e lo sterminio di una razza sia nell’uno che nell’altro caso.
Cosi passiamo l’ennesimo fine settimana canticchiando le canzoncine di Sanremo attendendo i carri di carnevale ma non battiamo minimamente ciglio davanti al negazionismo dei gruppi di sinistra che oggi in corteo hanno vergognosamente osannato Tito né, tanto meno, ci scomponiamo più di tanto davanti ad un’assurda accusa rivolta dalla Meloni al direttore del museo Egizio di Torino reo, a suo dire, d’aver concesso l’ingresso libero a tutti i cittadini che parlano la lingua araba (non Musulmani cara Giorgina ma solamente di lingua araba tra i quali gli oltre 15 milioni di copti egiziani…)
Tante, troppe volte diamo poco peso a questo genere di scontri sottovalutandoli. Eppure questo tanto sottovalutare ha portato CasaPound al governo di Ostia, a presentarsi alle elezioni della Repubblica Italiana del prossimo 4 marzo sotto forma di partito politico oltre che ad esser ricevuta come delegazione al Parlamento italiano.
Diamo ossigeno al nostro cervello, costruiamo insieme valide ragioni di coesione (se le abbiamo) ed abbattiamo le diseguaglianze sociali vera fonte di disagio pronto a sfociare in atteggiamenti estremisti sia a sinistra che a destra. Questo disagio non può più esser sottovalutato.
L’italiano medio si sente quasi legittimato ad additare l’untore di turno in barba ad un dialogo ormai perduto. Non è di sinistra negare questo genocidio. È da microcefali invasati chiudere gli occhi o ancor peggio giustificarlo al pari delle giustificazioni che i fascisti dei giorni nostri e di quelli di allora vollero dare alla teoria sulla razza ariana. L’unica razza da tutelare dall’estinzione di massa credo sia quella umana e siamo sulla buona strada per perderla questa partita…

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