Un sacchetto di biglie e i ricordi di Joseph

La Rubrica del Greco

In copertina: un fotogramma di “Un sacchetto di biglie”, di Christian Duguay (2017)

Christian Duguay è un nome noto al grande pubblico italiano, soprattutto televisivo. Poliedrico regista canadese, gli sceneggiati TV da lui diretti e i suoi action di serie B, erano tra quelli che andavano direttamente a riempire gli scaffali di “Blockbuster” negli anni ’90. Negli ultimi dieci si è dedicato alle miniserie biografiche per la televisione, tra queste Coco Chanel, Sant’Agostino e Anna Karenina. Nel 2015 è uscito il suo “Belle & Sebastien – L’avventura continua”, secondo episodio della saga tratta dai romanzi di Cécile Aubry.


Belle & Sebastien – L’avventura continua, di Christian Duguay (2015) – Official trailer

Ancora un lungo viaggio quello che Duguay decide di raccontare complice il libro di Joseph Joffo, mirabile racconto autobiografico uscito a metà degli anni settanta. Joffo affidò alle pagine del suo libro, la sua esperienza di ragazzino in fuga con il fratello, separati dal resto della propria famiglia, partendo dalla Parigi occupata dai nazisti per arrivare sino alla zona libera del sud del paese guidata dal maresciallo Petain. In Francia, il romanzo è da anni considerato un classico per ragazzi e la sua diffusione è prevista anche nelle scuole tra le letture integrative. Si tratta, nel panorama della memorialistica dedicata alla Seconda guerra mondiale e alla Shoah, di uno sguardo personale e discreto.


Un sacchetto di biglie, di Christian Duguay (2017) – Official trailer

Forse per lo sguardo “dal basso” dei suoi film, per quella sua capacità narrativa acquisita con la serialità televisiva, Duguay e il libro di Joffo s’incontrano in questo “Un sacchetto di biglie”, in uscita nelle sale cinematografiche italiane in concomitanza con il “Giorno della Memoria”, giornata dedicata alle vittime della Shoah e al loro ricordo.
L’etica sicuramente è la principale valenza da riconoscere avvicinandosi a questo film, che però, rispetto a progetti simili, propone un materiale di partenza avventuroso che intrattiene senza annoiare. Non si tratta di un film perfetto, a volte è didascalico e melenso, ma ha, come il suo piccolo protagonista, la giusta dose di coraggio e sfrontatezza. Patrick Bruel ed Elsa Zylberstein interpretano i genitori in maniera sincera e verosimile ed entra immediatamente nel cuore dello spettatore il piccolo Dorian Le Clech, che interpreta Joseph.

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