Le indagini del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, che hanno valorizzato anche le parallele e convergenti attività investigative affidate dalle Procure di Prato e Frosinone ai Reparti del Corpo di Firenze e Frosinone, hanno riguardato condotte illecite commesse, in particolare, nella delicata fase dell’estrazione dai depositi fiscali di GPL, gasolio e benzina, momento in cui sorge il debito d’imposta. Attraverso l’esame della documentazione e dei supporti informatici acquisiti in sede di perquisizione, i controlli su strada della movimentazione dei carburanti e le consulenze tecniche disposte dall’Autorità Giudiziaria, è stata accertata la sottrazione al pagamento delle accise gravanti su quasi 40 milioni di litri di prodotti, con conseguente evasione di circa 10 milioni di euro di tributi.
Gli investigatori hanno scoperto che la frode veniva realizzata mediante la manomissione degli strumenti di misurazione (“testate”) e dei sigilli apposti sugli stessi dall’Amministrazione finanziaria a tutela della loro immodificabilità, l’arbitraria modifica delle variabili di volume, temperatura e densità dei carburanti e l’alterazione informatica delle “testate”, anche “da remoto”. Ciò ha comportato la commercializzazione di quantitativi di carburanti superiori a quelli realmente estratti dai depositi e risultanti dalla documentazione contabile, con la conseguente immissione in consumo di prodotti in evasione d’imposta. Il provvedimento di sequestro è finalizzato a impedire l’uso di sistemi di misurazione alterati o alterabili, inidonei a garantire la necessaria affidabilità ai fini fiscali.
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