Antidumping, la UE si difende dalla Cina

Rafforzate le difese commerciali UE contro le importazioni oggetto di dumping. Aggiunti nuovi criteri sociali e ambientali. Nessun onere di prova aggiuntivo per le aziende UE e assistenza per le PMI

I deputati hanno approvato oggi in via definitiva delle norme più stringenti per contrastare le importazioni da paesi terzi oggetto di dumping e sovvenzioni. Le regole UE sul commercio, per la prima volta a livello mondiale, imporranno ai partner commerciali extra-europei di conformarsi agli standard sociali e ambientali internazionali per evitare di subire misure anti dumping. L’obiettivo è rafforzare la protezione dei posti di lavoro e delle imprese UE contro le importazioni a basso costo provenienti da paesi terzi che interferiscono pesantemente nell’economia. Le novità sostanziali riguardano il dumping sociale e ambientale che sarà preso in considerazione nel valutare le misure antidumping. La Commissione europea monitorerà la situazione nei Paesi esportatori e le imprese dell’UE potranno basarsi sulle relazioni della Commissione per presentare reclami. Inoltre non vi sarà alcun onere di prova supplementare per le imprese dell’UE nei casi di dumping, oltre all’attuale procedura. Le piccole e medie imprese riceveranno assistenza nella gestione dei reclami, e tutte le parti interessate, in particolare i sindacati, potranno contribuire alle decisioni riguardanti le misure di difesa commerciale.


L’accordo informale sulle nuove norme, sottoscritto il 3 ottobre scorso dai deputati e dai negoziatori del Consiglio, è stato approvato dalla Plenaria con 554 voti a favore, 48 voti contrari e 80 astensioni. Le nuove regole entreranno in vigore dopo l’approvazione formale da parte del Consiglio. Il Presidente della commissione per il commercio internazionale, Bernd Lange (S&D), ha dichiarato: “Sono orgoglioso del risultato raggiunto. Abbiamo rafforzato la nostra difesa commerciale e garantito che, per la prima volta, la legislazione mondiale in materia di difesa commerciale terrà conto del rispetto delle norme su lavoro e ambiente. Abbiamo dato alle nostre industrie un sistema a prova di futuro per proteggerle efficacemente dalle pratiche sleali”. Il relatore Salvatore Cicu (PPE, IT) ha dichiarato: “Oggi non stiamo solo discutendo se la Cina sia un’economia di mercato o un’economia non di mercato, ma se il nostro sistema europeo possa e debba creare regole uguali per tutti e se queste regole possano offrire le stesse opportunità a tutti. La risposta è sì, perché abbiamo bisogno di una concorrenza equa e leale”.

I posti di lavoro e le imprese dell’UE hanno grandi difficoltà a competere con le importazioni a basso prezzo dei paesi terzi con capacità di produzione in eccesso e economie sovvenzionate, soprattutto nei settori dell’acciaio, dell’alluminio, delle biciclette, del cemento, dei prodotti chimici, della ceramica, del vetro, della carta e dei pannelli solari. Le nuove norme consentirebbero all’UE di reagire a tali pratiche commerciali sleali, colpendo le importazioni con prezzi non basati su quelli di mercato a causa delle interferenze statali. I deputati stanno inoltre negoziando un aggiornamento degli “strumenti di difesa commerciale” dell’UE, che riguardano la difesa commerciale contro le importazioni da paesi che non interferiscono in maniera sistematica nell’economia, ma comunque utilizzano dumping e sovvenzioni per vendere i loro prodotti.

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