Lampedusa, resta congestionato l’Hotspot ed i trasferiti vanno via liberi

Trasferiti cinquanta harragas da Lampedusa ma il centro di Contrada Imbriacole resta congestionato con oltre 800 migranti. La soluzione per i migranti tunisini pare essere ancora il "foglio di via"

Hotspot di Contrada Imbriacole in Lampedusa (foto d'archivio)

L’impegno promesso dal ministro dell’Interno nel corso dell’incontro al Viminale con il sindaco di Lampedusa e Linosa tarda un po’ ad arrivare. A rilento va anche l’alleggerimento del più che congestionato Hotspot di Lampedusa, che dopo aver raggiunto quota 900 ospiti tra domenica e mercoledì ha visto partire solo 50 tunisini questa mattina con il traghetto per Porto Empedocle. A rilento anche la soluzione del caso dei flussi tunisini in aumento, considerato che i cinquanta migranti “allontanati” questa mattina da Lampedusa andranno dove più gli aggrada con in tasca un “ordine” di abbandonare il territorio nazionale che smarriranno dopo qualche minuto dirigendosi alla stazione di Agrigento.

Il trasferimento di oggi, malgrado ieri non siano arrivati nuovi harragas sull’isola, non sposta di una virgola le condizioni della sovraffollata struttura sita in Contrada Imbriacole. Neanche per le vie del paese le cose sembrano diverse rispetto al pre-incontro Minniti-Martello ed i giovani tunisini passeggiano numerosi su e giù. In compenso però non si registrano ancora atti delinquenziali sull’isola. Dettaglio che contribuisce parecchio alla tolleranza isolana ed alla pazienza verso un fiducioso allontanamento dall’Hotspot per un ritorno a numeri più accettabili.

Non mancano ovviamente le battute con riferimento al trasferimento di massa ed eccezionale effettuato il giorno prima del giro di autorità nazionali – o di passerella, come ormai si usa dire sull’isola – in occasione della giornata commemorativa del 3 ottobre. In quel caso sono stati trasferiti in centinaia con l’ausilio di una nave norvegese che aderisce al dispositivo Frontex con la missione Triton. La soluzione dovrebbe arrivare da una più stringente forma di controllo della costa tunisina. Stringente ma non speronante, si intende. Questo l’obiettivo dell’incontro di ieri al Ministero dell’Interno, dove al tavolo si è seduto il Comitato tecnico italo-tunisino.

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