CETA applicato senza approvazione Parlamento europeo

Il Trattato commerciale tra Unione europea e Canada che impone accordi vantaggiosi per lo Stato nordamericano a discapito per produttori come l'Italia è stato applicato senza l'approvazione del PE

Nel raccontare quello che sta succedendo non sappiamo se ridere o piangere. Abbiamo lasciato il CETA – il trattato commerciale tra Unione Europea e Canada approvato dal Parlamento Europeo (con il voto favorevole di PD e Forza Italia sul fronte italiano) – in sospeso. Ci avevano detto: adesso la parola passerà ai Parlamenti dei 27 Paesi europei: se verrà approvato da tutti i Parlamenti, così dicevano, si applicherà. Ma siccome i Parlamenti di alcuni Paesi europei non ne vogliono sapere di approvare il CETA (Francia e Belgio in testa), ecco la novità: uno stratagemma truffaldino per iniziare ad applicarlo in barba ai Parlamenti dei 27 Paesi della UE!

Ricordiamo che il CETA è un trattato internazionale voluto dalle multinazionali. Il ‘succo’ è il seguente: le multinazionali andranno a fare affari in Canada nel settore industriale, nei servizi e in altri settori. In cambio, però, i canadesi chiedono che i loro prodotti agricoli e agro-industriali (per esempio, i prosciutti) vengano acquistati dall’Unione Europea. Tra i prodotti che i Paesi della UE debbono obbligatoriamente acquistare c’è il grano duro prodotto nelle aree fredde e umide del Canada. Si tratta di un grano duro fatto maturare artificialmente, con l’ausilio del glifosato. Un grano duro che non dovrebbe essere utilizzato nemmeno nella dieta degli animali perché pieno di contaminanti, segnatamente glifosato e micotossine DON.

Il CETA, come già ricordato, non piace ai governanti di tanti Paesi della UE. E non piace, soprattutto, ai cittadini europei. I francesi e i belgi, come già ricordato, sono contrari. In Italia, grazie a due partiti politici – PD e Forza Italia – il CETA dovrebbe essere approvato sia dalla Camera, sia dal Senato. Il partito di Renzi e il partito di Berlusconi, come già ricordato, hanno già votato sì al Parlamento europeo. E si accingono a farlo anche in Italia. Il 26 settembre il CETA sarà al Senato – già incardinato dal solerte presidente Piero Grasso (il mancato candidato alla presidenza della Regione siciliana per il centrosinistra…) – per essere approvato. Poi toccherà a Montecitorio. Ma il ruolo dell’Italia ‘tappetino’ degli ‘europeisti’ di Bruxelles potrebbe non bastare. Perché, come già detto, mezza Europa è fatta da Paesi con Parlamenti che il CETA non l’approveranno mai, pena rivolte popolari. Ecco che la Commissione Europea presieduta da Jean-Claude Juncker ha aguzzato l’ingegno: applicare, grazie a un sotterfugio, il CETA, alla faccia dei Parlamenti dei 27 Paesi della UE e, quindi, della democrazia.

Articolo tratto da I Nuovi Vespri
www.inuovivespri.it

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