La Turchia accusa Usa e Germania di “embargo segreto” al Governo e forniture di armi ai terroristi

L'acquisto dei sistemi anti-missile russi da parte della Turchia pare causare rappresaglie dai Paesi Nato fornitori di sistemi d'arma. Ridisegnato lo scenario mediorientale. Egitto scomodo per Patto Atlantico

Recep Tayyip Erdogan

Ministro della Difesa Nurettin Canikli
Secondo il ministro della Difesa turco Nurettin Canikli, gli Stati Uniti e la Germania starebbero applicando un “embargo segreto” – così definito da Canikli – alla Turchia sulla fornitura di ricambi e componenti di sistemi d’arma. Il ministro ha dichiarato che molte aziende produttrici americane e tedesche “non forniscono o ritardano” le consegne dei pezzi commissionati. Durante lo stesso intervento pubblico tenutosi ad Ankara, il ministro della Difesa ha aggiunto – con evidente allusione al PKK – che gli stessi attuatori dell’embargo segreto “sono molto generosi con le organizzazioni terroristiche”. Canikli non precisa di quali “ricambi” si parla e per quali sistemi d’arma. L’embargo starebbe però avvenendo adesso, dopo che nell’aprile di quest’anno il suo predecessore Fikri Isik – oggi vice primo ministro di Erdogan – aveva annunciato la chiusura dell’accordo con la Russia per la fornitura dei sistemi anti-missile “S-400”.

Sistemi anti-missili S-400
La mancata fornitura da parte di Usa e Germania apparirebbe una rappresaglia per l’accordo extra-Nato che Erdogan ha sottoscritto con Putin scatenando l’ira degli americani. La posizione di Erdogan è evidentemente sempre più lontana dalla Nato, e di conseguenza dall’Unione europea, e più vicina alla Russia. La Turchia era il secondo Paese Nato per presenza di basi militari, ma l’allontanamento attuato da Erdogan non ha sorpreso gli alleati – ancora ufficialmente tali – che nel frattempo hanno accelerato con Israele per la conclusione dell’accordo che ha permesso agli Stati Uniti di avviare l’insediamento militare nella Stato di Netanyahu. La conformazione geopolitica del Medio Oriente appare adesso addirittura fluida con la disfatta statunitense in Siria e la direzione intrapresa dalla Turchia dopo il fallito golpe. A questo punto parrebbe una presidenza scomoda anche quella del generale al-Sisi, in Egitto, attualmente allineato con la Russia di Putin ed in posizione di fastidio sugli interessi euroamericani in Libia.

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