Deputato leghista a Lampedusa: “Grave problema di sicurezza per l’isola”

L'europarlamentare si è recato a Lampedusa in seguito agli episodi di microcriminalità di cui si sono resi colpevoli alcuni migranti tunisini sbarcati nei giorni precedenti sull'isola.

Al centro Angelo Ciocca tra i migranti
“Siamo venuti a conoscenza di una situazione assurda che crea un grave problema di sicurezza per l’isola di Lampedusa e un potenziale pericolo per il nostro Paese, e mette ulteriormente a repentaglio l’incolumità dei nostri connazionali”, dichiara l’europarlamentare della Lega Nord Angelo Ciocca in un comunicato stampa redatto al termine della visita condotta presso l’hotspot di Lampedusa. Il deputato si è recato a Lampedusa in seguito agli episodi di microcriminalità di cui si sono resi colpevoli alcuni migranti tunisini sbarcati nei giorni precedenti sull’isola. In un precedente articolo vi avevamo parlato dei furti commessi dai tunisini con epilogo prossimo ad una rissa ed anche dell’origine di alcuni di questi migranti già detenuti nelle patrie galere della Tunisia. Di quest’ultimo aspetto pare essersi reso conto anche l’onorevole Ciocca che giustamente ha voluto verificare in prima persona scoprendo, come confermato dall’Ambasciata della Tunisia in Italia, che un indulto è stato concesso ai detenuti che scontavano pene per reati minori. Tendenza a delinquere che ovviamente non può e non intende dover subire Lampedusa, isola sulla quale vive la già senatrice e lampedusana leghista Angela Maraventano. Proprio la senatrice ha invitato ed accompagnato il collega di partito a verificare lo stato dei fatti.

Angelo Ciocca ha trovato nel centro di Contrada Imbriacola solo 93 migranti, 59 dei quali tunisini in attesa di rimpatrio. Al termine del sopralluogo ha dichiarato di voler depositare un atto parlamentare in Ue per mettere a conoscenza la preposta Commissione della nuova rotta tunisina e del “buco” nella rete dell’hotspot da cui i migranti riescono ad uscire commettendo poi piccoli reati sull’isola. Questione per la quale si è attivata Angela Maraventano, ma che anche il sindaco Martello in campagna elettorale – a cui prese parte Maraventano candidata sindaca – aveva attaccato promettendo pretesi chiarimenti dal Ministero dell’Interno. In realtà, al di la di piccoli malumori nei casi in cui i migranti in giro per il paese erano davvero tanti, sull’isola c’è sempre stata una soglia di tolleranza che consentiva alla struttura del Ministero di – a sua volta – “tollerare” che gli ospiti prendessero una boccata d’aria per poi far rientro a sera. Boccata d’aria tollerata ma non concessa. I migranti infatti uscivano da un buco, appunto, presente nella rete perimetrale del centro-hotspot.

L’hotspot di Lampedusa durante la visita di Ciocca
Diversa è la reazione locale se i migranti più che prendere una boccata d’aria iniziano a prendere beni altrui. Scoprire poi che alcuni di questi ragazzi forse stavano in carcere fino alla fine di giugno ed adesso vanno in giro a rubare t-shirt e vino per le vie di Lampedusa non può certo fare piacere agli isolani. La nota dell’onorevole Ciocca si perde però in un annuncio che appare meno concreto e più propagandistico: “Noi paghiamo sia le spese di gestione per queste persone, sia quelle per la sicurezza con oltre 100 uomini delle forze dell’ordine impegnati nel CIE di Lampedusa; spese di cui dovrebbe farsi carico il Governo tunisino”. Idea poco praticabile quella di chiedere al Governo tunisino di rimborsare all’Italia le spese sostenute per i suoi migranti con precedenti penali. Spese che tra l’altro ammonterebbero a poche migliaia di euro contro le centinaia di milioni di euro che il Governo italiano con una certa frequenza allunga a quello tunisino per “fronteggiare” le partenze dalle proprie coste. Anche di questi “incentivi” per i giovani tunisini affinché non lascino la patria avevamo già scritto ricordando l’ultimo accordo, firmato a febbraio dal neo ministro degli esteri Angelino Alfano, con cui l’Italia si impegnava a versare 160 milioni di euro alla Tunisia – oltre ai 200 milioni già precedentemente deliberati: totale 360 milioni di euro – per migliorare le loro scuole, le loro centrali elettriche, il loro credito alle imprese ed infine anche le stesse imprese private.

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