Roma nega il modello Riace, il sindaco Mimmo Lucano pronto alle dimissioni

Amarezza dal sindaco di Riace per il diniego del Governo italiano al riconoscimento dei bonus che hanno reso il quello di Riace un modello da replicare ed ispirazione per una fiction Rai con Beppe Fiorello

Anche il “modello Riace” è stato cestinato da Roma. Questo era forse l’unico vero prototipo di accoglienza integrata che l’Italia poteva fino ad oggi vantare. Un modello da esportare. Da replicare in tutto lo stivale perché utile e vantaggioso per lo Stato. Eppure le intenzioni del Governo italiano, impegnato nelle ultime settimane in respingimenti, rastrellamenti ed espulsioni appaiono letteralmente contrarie all’idea di integrare i migranti e farli produrre invece che averli in carico quali ospiti passivi. Il modello Riace, ideato ed attuato dal suo sindaco Mimmo Lucano, si basava su bonus e borse lavoro. Un circuito produttivo a cui quindi aderivano i migranti che al contempo abitavano le case dell’antico ed abbandonato borgo di Riace. La cittadina calabrese in tal modo era tornata a vivere – l’emigrazione aveva svuotato il paese e l’immigrazione lo ha ripopolato – e a produrre una sua economia che le permetteva di sostentarsi evitando anche le conseguenze dello stato di abbandono degli immobili e del borgo stesso. Per il mantenimento di questo sistema il primo cittadino di Riace mette in gioco se stesso e si dice pronto a dimettersi in caso di rifiuto da parte del Ministero dell’Interno di riconoscere e proseguire bonus e borse lavoro.

Mimmo Lucano nello studio di Porta a Porta
Mimmo Lucano, primo cittadino di Riace, era stato il quarantesimo dei 50 personaggi più influenti al mondo secondo la classifica stilata da Fortune. Nel 2018 dovrebbe andare in onda su Rai Uno la fiction “Tutto il mondo è paese” con Beppe Fiorello, realizzata a Riace ed ispirata ad essa ed al suo sindaco. Ma quello che per l’Italia dovrebbe essere un motivo di orgoglio adesso vien fuori che forse è addirittura poco gradito. “Con tre anni di ritardo mi è stato detto da Roma che non viene accettata la modalità di pagamento con i bonus – spiega Mimmo Lucano al quotidiano calabrese Corriere della Calabria – e se l’azzeramento dovesse essere confermato, ci sarà la chiusura dell’intero progetto”.

Uno scorcio dell’antico borgo di Riace
Il progetto sperimentato a Riace era semplice ed efficace: l’amministrazione comunale investe i 35 euro al giorno per migrante nella ristrutturazione degli immobili che gli verranno assegnati ed il “pocket money” di 2,50 euro al giorno versati in unica soluzione di 75 euro mensili insieme ad un bonus di 250 euro spendibile nelle sole attività commerciali del Comune di residenza. Questo sistema permette al Comune di beneficiare in modo strutturale della presenza di richiedenti asilo con il circuito Sprar e di inserirli in un percorso di integrazione sociale e professionale. A Riace i migranti hanno quindi iniziato a produrre ciò che in paese mancava, dando vita ad una serie di laboratori artigianali i cui prodotto vengono commercializzati nella stessa cittadina della provincia di Reggio Calabria, permettendosi in tal modo di colmare la differenza tra il sussidio assistenzialista e il reddito personale che fa dei migranti delle persone inserite appunto nel tessuto sociale italiano. Oltre ovviamente a tenerli lontano da facili arruolamenti nella rete della criminalità organizzata come avviene in quasi tutti i Comuni d’Italia.

Beppe Fiorello e Mimmo Lucano durante le riprese della fiction
Mimmo Lucano è determinato e non intende disperdere l’esperienza fatta fino ad oggi a Riace né permettere che il Comune che amministra perda questa ritrovata vitalità. Per il prossimo 2 settembre è stato fissato un incontro tra il sindaco e delegati del Ministero dell’Interno per risolvere la questione, ma Mimmo Lucano pare non avere alcuna predisposizione verso il compromesso. “Io non accetto soluzioni diverse da quelle in vigore fino ad oggi – dichiara infatti Mimmo Lucano al Corriere della Calabria – né voglio commiserazione. Scriverò al Papa, chiedendogli di venire a Riace e di esserci vicino”. Vicino al sindaco intanto c’è già don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, che tra i primi ha firmato l’appello che è stato lanciato in sostegno di Riace e del suo modello. Al termine delle riprese, circa un mese addietro, Beppe Fiorello scriveva così sulla propria pagina Facebook: “Un grazie a tutta la troupe di questo film così speciale, un grazie a Riace tutta per l’accoglienza e la generosità, un grazie a Domenico Lucano per avermi dato fiducia, un grazie alla Rai che ha creduto in questa storia, un abbraccio particolare a tutti gli attori che mi hanno regalato con immensa generosità amicizia e professionalità, un pensiero alla Calabria che vuole farcela ad uscire dagli stereotipi. Tutto il mondo è Paese”. Chissà che anche la trasmissione della fiction su Rai Uno non sia adesso a rischio.

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