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Navi Ong: un “Affare di Stati”

Flussi migratori, Ong, associazioni xenofobe, Servizi segreti italiani e stranieri, agenzie di contractor, Procure, trafficanti, trattati internazionali, politica, mischiati in un enorme confuso calderone mediatico
Ci sono eventi, legati tra essi, che sono stati letti forse nel modo sbagliato. A volte bisogna far ricorso alla domanda più banale per interrogarsi sulla correlazione di eventi: è nato prima l’uovo o la gallina? Nelle 24 ore successive al rifiuto di firma del Codice di Condotta da parte del più delle Ong impegnate nel Mediterraneo, campeggiavano titoli che alludevano ad una ritorsione che avrebbe colpito le Ong che non avevano sottoscritto il Codice, prima tra tutte la tedesca Jugend Rettet. Gli ingredienti principali di questo minestrone sono tre, ed è bene ricordarli: la presunta “illecita” condotta di alcune Ong per cui avevano già fatto suonare campanelli d’allarme nei mesi precedenti Frontex, il M5S e la Procura di Catania retta da Carmelo Zuccaro; il Codice di Condotta redatto quando è stato dichiarato il cessate il fuoco su M5S e Zuccaro dagli stessi partiti politici che oggi sostengono il Viminale nella lotta alle Ong; le indagini delle Procure che avevano dato il via ai suddetti campanelli d’allarme prima ed al Codice dopo. Queste ultime sarebbero comunque scaturite da attività che ben poco avevano a che vedere con quanto concesso, in termini di strumenti e giurisdizione, ad una Procura della Repubblica. Il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro infatti, all’epoca, tra aprile e maggio, disse che era a suo avviso necessario approfondire la questione con delle indagini ufficiali e chiese anche al CSM autorizzazione all’uso di documenti che la legge italiana non consente di inserire agli atti in un fascicolo della Procura della Repubblica. I documenti in questione erano di origine intelligence, cioè dei Servizi segreti. Su Famiglia Cristiana.it di ieri è stato pubblicato un articolo, a firma di Andrea Palladino, che mette in correlazione il movimento attivista xenofobo “Defende Europe” con l’indagine della Procura di Trapani. Andrea Palladino scrive che: “E’ il contatto tra la società di sicurezza privata Imi Security Service di Cristian Ricci – ovvero il gruppo di contractor che ha denunciato le ‘anomalie’ della nave Iuventa, facendo aprire il fascicolo della Procura di Trapani – con l’ex ufficiale della Marina militare Gian Marco Concas, uno dei portavoce di Generazione identitaria”. Tornando alle uova ed alle galline, quindi la Iuventa non è stata sequestrata per “giustizia ad orologeria” voluta dal Ministero dell’Interno, ma il Viminale ha dovuto intraprendere un percorso – peraltro in modo poco incisivo vista la validità del Codice di Condotta – sulla spinta di altre forze che possono non essere solo e semplicemente le indagini in corso che alcune Procure stavano conducendo. Chiunque si sarà chiesto il perché di una così repentina e drastica variazione di idee politiche. Passare dall’idea che chi accusa le Ong è un razzista e vuole che i migranti muoiano al Codice di Condotta ed alla missione in Libia non è un salto da poco. Un dubbio, grave, emerge adesso che gli eventi iniziano a materializzarsi. Perché, se d’un tratto le navi delle Ong non sono più “utili” all’Italia per il soccorso ai migranti e se d’un tratto i migranti non devono più essere soccorsi – o recuperati – e sbarcati in Italia ma respinti dalla Guardia Costiera libica perché non siano un nostro problema, qualunque cosa poi accada loro, è anche possibile che la direzione improvvisamente intrapresa dall’Italia sia stata “dettata” da altri Paesi Ue. Secondo questa ipotesi di lettura, non sarebbe casuale il fatto che l’Italia è passata dalla campagna di pretesa condivisione dei migranti sul territorio Ue – con tanto di blindati al Brennero in risposta – respinta da quasi tutti gli Stati membri alla chiusura dei porti, dei flussi migratori ed anche delle Ong. L’ultima traccia che il sistema di triangolazione AIS riesce a definire “vede” la C-Star di Defende Europe approssimativamente tra Lampedusa e Tripoli. Vede, si fa per dire, perché il transponder è spento e se si chiede a Marine Traffic di localizzarla questo mostra l’area in cui pensa si debba trovare ma non permette di visualizzare la nave. La Imi Security Service di Cristian Ricci con i due operatori Lucio Montanino e Pietro Gallo che Famiglia Cristiana spiega essere stati a bordo della nave Vos Hestia di Save the Children ed aver dato il via alle indagini della Procura di Trapani, l’ex ufficiale della Marina Militare Gian Marco Concas con Defende Europe, i Servizi segreti militari italiani (l’Aise) coinvolti già in ottobre da Concas, la missione militare italiana in Libia, sono tutte tessere di un puzzle molto complesso. Un contesto internazionale che adesso inizia a tirare su le reti con pesci che potrebbero essere ben più grossi della Ong tedesca Jugend Rettet. Pare infatti che tra le maglie possa finire anche Medici Senza Frontiere. Sulla prestigiosa Ong internazionale sta operando con delle “verifiche” il Servizio Centrale Operativo (Sco, ndr) della Polizia di Stato. Sotto lente d’ingrandimento anche le navi Open Arms e Golfo Azzurro della Ong catalana “Proactiva Open Arms”. Sulla Ong ha posto l’attenzione Defende Europe con un post Facebook in cui vengono mostrati degli screenshot con la traccia della rotta effettuata dalle due navi particolarmente addentro le acque territoriali libiche. Uno dei due episodi pubblicati sulla pagina social dell’associazione il 3 agosto era stato documentato e pubblicato da Mediterraneo Cronaca già il 25 luglio, ma con il beneficio del dubbio circa le autorizzazioni ed il coordinamento con l’MRCC della Guardia Costiera. Mentre si chiede trasparenza alle Ong, di contro, non si riesce ad ottenere trasparenza su Defende Europe e sulla C-Star già passata da scansione egiziana, turco-cipriota ed adesso giunta nel Mediterraneo centrale senza conseguenze nei Paesi che l’avevano fermata e senza toccare porti italiani. Nell’occhio del ciclone sono quindi le Ong di soccorso e non è dato al momento sapere dove ha origine questo fenomeno atmosferico capace di spostare del tutto in secondo piano la sorte dei migranti di cui in fondo, a voler essere accorti, si sta in verità parlando. Notoriamente, le autorità di Polizia e Guardia Costiera libica risultano coinvolti nel traffico di migranti. Varie inchieste ed indagini hanno svelato questo metodo di arrotondamento, privo di scrupoli, del magro e non garantito stipendio da parte degli agenti e dei guardacoste libici. Attualmente però è con questa parte in causa che si sta mettendo in atto l’azione repressiva italiana ai flussi migratori provenienti dal subsahara. A loro verranno quindi affidate le vite dei migranti che in Europa non sono graditi. C’è da chiedersi se Defende Europe non trovi i fondi necessari alla propria missione in ambenti non esattamente privati.

Redazione:
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