La crisi idrica di Roma era stata annunciata già a maggio

La Acea aveva informato già a maggio il Campidoglio ed i Comuni limitrofi della criticità ma il rapporto pare essere stato ignorato dai Comuni e dalla Regione Lazio fino al recente stato di crisi.

Acqua razionata a Roma? Si, no o forse solo un po’. Questi ultimi giorni nella capitale c’é stato un vorticoso balletto tra Regione Lazio, Acea (la multiservizi che opera su Roma e dintorni) Comune e Procura di Civitavecchia che, almeno per ora, si e’ conclusa con la deroga al divieto, imposto dalla Regione all’Acea, a prendere acqua dal lago di Bracciano, (riserva idrica di Roma, ndr).

Un’accelerazione che e’ arrivata dopo un lungo periodo di calma. Facciamo un passo indietro. Quest’anno il cambiamento climatico ha fatto sentire il suo effetto con maggiore evidenza e un inverno con poca acqua e poca neve è stato il primo campanello di allarme a cui ne seguono altri. Ad aprile il lago di Bracciano era 125 cm sotto lo zero. A fine maggio Acea informa gli amministratori di Roma e Comuni limitrofi di possibili criticità con riduzioni di pressione della rete o interruzioni del servizio.

Tutto tace. Ai primi di giugno si incomincia parlare di “spostamento temporale” che tradotto vuol dire: ci troviamo nella situazione in cui di solito ci si trova tra fine agosto e settembre, peccato che siamo a giugno e che la cosa non scuota il Campidoglio (proprietario del 51% di Acea) o la Regione Lazio. Arriviamo a luglio il lago di Bracciano e’ a 165 cm sotto lo zero e improvvisamente e’ crisi. Il 22 giugno la regione impone ad Acea lo stop al prelievo dal lago di Bracciano. La multiservizi risponde: “Dal 28 giugno dovremo razionare l’acqua a Roma”. Il 27, a poche ore dalla scadenza dell’ultimatum la procura di Civitavecchia apre un indagine per inquinamento ambientale del lago di Bracciano che vede tra gli indagati il presidente Paolo Saccani.

Il 28 giugno dal Campidoglio Virginia Raggi dichiara: “Noi abbiamo fatto immediatamente la nostra parte, già il 22 giugno avevo emanato un’ordinanza per tutelare il lago di Bracciano”. Da notare che “immediatamente”, in questo caso, significa appena un mese dopo l’allarme lanciato da Acea. Questa ordinanza infatti a Roma l’avevano notata in pochi, ma i romani sono notoriamente distratti. Pochi minuti dopo l’uscita della sindaca parla il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ed annuncia la deroga al divieto da lui stesso emesso: “Oggi abbiamo emesso una nuova ordinanza che conferma il blocco delle captazioni dal Lago di Bracciano dal 1 settembre e introduce solo la possibilità di una captazione minima di 400 litri al secondo fino al 10 agosto e di 200 litri al secondo dal 11 agosto alla fine del mese”. In tutto questo, oggi come da anni la rete di Roma perde il 44,8% dell’acqua potabile che viene immessa nelle tubature. Quest’ultimo aspetto non sembra ancora dover entrare in agenda quale emergenza idrica da risolvere.

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