Il presidente Crocetta firma accordo a Palazzo Chigi per la Regione Sicilia

L'accordo firmato a Roma vale 2 miliardi di euro all'anno per la Regione Sicilia. Rosario Crocetta esulta. Giancarlo Cancelleri intanto punta il dito sulla reintroduzione delle provincie votata ieri mattina

E’ stato firmato nel pomeriggio di ieri a Palazzo Chigi, alla presenza della sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e del presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, il testo dell’accordo sulle modifiche e sulle norme di attuazione dello Statuto regionale in materia di rapporti finanziari tra lo Stato centrale e la Regione Sicilia. L’accordo firmato per la prima volta dopo 52 anni dà “piena attuazione” – scrivono a Palazzo Chigi – allo Statuto e non ha alcun impatto per la finanza statale. Per la Regione Sicilia si tratta di una manovra complessiva del valore di circa 2 miliardi euro annui. L’accordo arriva a quattro mesi dalla scadenza del mandato di Rosario Crocetta ed al culmine di una situazione disastrosa per le casse della Regione Sicilia. La Sicilia di fatto vanterebbe uno Statuto speciale ed una propria Carta Costituzionale capaci di ben più dei due miliardi annui siglati ieri dal governatore Crocetta. L’accordo “storico” riguarderebbe invece soltanto l’Iva ed al momento, secondo l’assessore all’Economia Alessandro Baccei, permetterebbe – appena approvato il rendiconto in aula – di sbloccare fondi destinati anche alle provincie.

Le provincie sono al centro di un dibattito tra il Governo regionale e l’opposizione capitanata dal candidato governatore Giancarlo Cancelleri. In commissione Affari istituzionali all’Ars la maggioranza ha votato a favore della reintroduzione della componente politica elettiva nei liberi consorzi e nelle città metropolitane. Praticamente si ricostituirebbe il “poltronificio provinciale” in vista delle prossime elezioni regionali. “Altro che stipendi dei dipendenti, manutenzione di scuole e strade, l’unica cosa che riesce a trovare la quadra tra questa squinternata maggioranza e sterile opposizione – dichiara Cancelleri in una nota stampa – è la poltrona. La riesumazione delle Province, con annessi consiglieri provinciali e gettoni di presenza, ha solo ed esclusivamente questa chiave di lettura”. Tra le discordanti voci, da Roma a Palermo, risulta comune la concomitanza di eventi tra le prossime elezioni regionali e le difficoltà che insistono sul bilancio nazionale durante il riconoscimento – dopo 52 anni – di almeno una parte dello Statuto siciliano.

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