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Europarlamento deserto, il problema migranti resta al momento ancora tutto italiano

“Il Parlamento europeo è ridicolo. Molto ridicolo. Saluto quanti si sono degnati di presentarsi in aula. Il fatto che una trentina di parlamentari sono seduti per assistere a questo dibattito dimostra che questo Parlamento non è serio. E oggi lo voglio dire: Se monsieur Muscat fosse la signora Merkel, cosa difficilmente immaginabile, o il signor Macron, cosa più facile da immaginare, avremmo avuto un aula piena. Il Parlamento è totalmente ridicolo”. Sono le parole pronunciate da Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea davanti ai trenta deputati presenti nell’aula dell’Europarlamento oggi. Appena 721 assenti. Il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani lo ha redarguito: “La prego signor presidente di avere un atteggiamento più rispettoso nei confronti del Parlamento. Voi potete criticare il Parlamento, ma non è la Commissione che deve controllare il Parlamento. È il Parlamento che deve controllare la Commissione”. Salvo poi assicurarsi che Juncker non fosse risentito, ricordando che anche lui aveva settimane addietro lamentato l’assenteismo in aula.

Ma il siparietto “Tajani vs Juncker” non è la notizia. Oggi in aula il tema era il flusso migratorio della Libia che investe l’Italia e che potrebbe travolgere Malta. Ed in aula c’era appunto quel monsieur Joseph Muscat del Partito Laburista che ha dovuto esporre le difficoltà di Italia, Malta e Grecia davanti una aula deserta. Juncker ha quindi marcato la mancanza di serietà dei deputati nei confronti del rappresentante di Malta. Questo si traduce in un messaggio che i Paesi del centro-nord Europa inviano a quelli esposti a sud circa le richieste di aiuto sul fronte migratorio. Il silenzio dell’Europarlamento deserto fa da controcanto alle dichiarazioni ed alle azioni dell’Austria, della Francia e della Spagna. La prima, come da articolo odierno di Mediterraneo Cronaca, sposta i blindati e precetta l’Esercito per il confine con l’Italia. La seconda continua a rispedire in Italia migranti che riescono a varcare il confine italo-francese. La terza che nega la disponibilità dei propri porti per le navi con migranti. Poi, oltre ai vicini e comuni Stati europei che si affacciano sul Mediterraneo, il silenzioso messaggio degli altri Paesi di questa comunità detta Unione europea.

Jean-Claude Juncker
Il silenzio assordante non è soltanto quello dell’Europarlamento di Strasburgo. Le azioni-reazioni degli Stati membri sopracitati non hanno visto repliche italiane. Domani il ministro dell’Interno italiano, Marco Minniti, dovrebbe esporre il documento “approvato” a Parigi nell’incontro a tre – più Avramopoulos – in seduta plenaria presso la stessa aula dell’Europarlamento oggi vuota. Nel caso in cui il messaggio europeo dovesse essere reiterato con un assenteismo di massa, l’Italia dovrebbe prendere una decisione grave e determinante che potrebbe costare i rapporti già precari tra i 28 Stati membri. Tra questi potrebbero esserci anche azioni di rappresaglia con il rifiuto di far attraccare navi delle Ong nei porti italiani lasciandoli in balìa di “porti sicuri” più vicini diversi da quelli tricolore. Nel frattempo ascoltiamo con attenzione il silenzio del Governo Gentiloni in questo frangente spinoso. L’unico appiglio per le speranze italiane è la promessa del presidente della Commissione europea Juncker di voler aiutare l’Italia con un piano di intervento della Commissione che non la lascerà sola.

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