Nei Comuni oggi si vota…ma con vergogna

Sono 1004 i Comuni in cui cittadini sono chiamati al voto. Dovevano essere sette in più, ma a Soddì, Austis, Faeto, Penna San Giovanni, Cancenighe Agordino, Elva e San Luca non sono state presentate liste e non ci sarà nessuno da votare. L’ultima, San Luca, per la seconda volta manca di presentare liste e meriterà una analisi tutta sua proprio per la decisione riconfermata in un Comune che definirlo ad alta densità mafiosa è puro eufemismo. Il partito di maggioranza – e di Governo – si presenta in soli 134 Comuni con il proprio simbolo ed in quasi tutti con i propri candidati. Pensare che ci si vergogni del proprio vessillo e si tema la sconfitta del candidato a causa della bandiera che svetta sul podio dei comizi potrebbe essere una ipotesi, ma non sembra questa la vera ragione della scelta politica. Potremmo invece definire questo nuovo trend “prove tecniche di trasmissione”. Sicuramente escludibile la pudicizia quale motivo della decisione che induce un partito come il PD a omettere se stesso dalla corsa alle amministrative. Una situazione emblematica si è verificata a Palermo, dove il candidato del Partito Democratico è quel Leoluca Orlando da sempre in disaccordo con i Dem mentre il candidato del centro-destra è l’ex sfidante di Orlando targato al tempo in corsa con il PD. Quel Ferrandelli che alla scorsa tornata sfidò il centro-destra, in competizione con il poi eletto Orldano, spaccando in due il centro-sinistra nel capoluogo siciliano e che adesso si presenta sostenuto anche e soprattutto dallo stesso Totò Cuffaro contro il quale anni addietro diede inizio ad uno sciopero della fame. Verrebbe da dire “cosa non si farebbe per un po’ di visibilità!”, oppure, ancora peggio, vista l’attuale accozzaglia di centro-destra che lo appoggia alla corsa per Palazzo delle Aquile, “cosa non si farebbe pur di farsi eleggere da qualche parte!”. Altro caso interessante, meritevole di una breve analisi, è quello di Lampedusa e Linosa. Nel Comune pelagico si contendono la poltrona da sindaco quattro candidati, due dei quali di matrice PD. Tra i due Dem c’è anche la sindaca uscente, Giusi Nicolini. Entrambi si sono presentati con una lista civica, ma la Nicolini – dopo la presentazione delle liste – è stata promossa alla segreteria del Partito Democratico dal segretario Matteo Renzi. Quindi fiducia tale da nominarla nella squadra dirigenziale del partito ma candidata anch’essa con una lista civica. Candidatura che tra l’altro vede la rielezione tutt’altro che scontata. Nota di colore: nel Comune più a sud d’Italia si presenta invece con il proprio simbolo la Lega Nord di Salvini, appoggiando la candidatura della ex senatrice – ed ex vicesindaco con la Giunta del pluri-rinviato a giudizio Dino De Rubeis – Angela Maraventano. In 225 Comuni è invece presente il simbolo del Movimento Cinque Stelle. Tra questi, i pentastellati non mancano l’appuntamento nei capoluoghi Catanzaro, Genova, L’Aquila, Palermo, Parma – dove il M5S sfida l’ex pentastellato Federico Pizzarotti con l’attuale Daniele Ghirarduzzi – e Verona. Le odierne amministrative avranno quindi valore di importante test per chi ha fatto saltare l’accordo sulla Legge elettorale, chinando il capo al diktat di Giorgio Napolitano, con la scusa di un singolo emendamento della discordia. L’unico problema con il quale il partito di Renzi e quello di Berlusconi – uniti da una ritrovata alleanza di futuro Governo – dovranno fare i conti sono le elezioni regionali in Sicilia, che si terranno a novembre e quindi ben prima della naturale scadenza del Governo Gentiloni imposta da Napolitano che, ricordiamo, non è più il presidente della Repubblica ma sembra comunque avere una influenza di gran lunga più forte di quella che può vantare l’attuale presidente Sergio Mattarella. Domani sapremo l’ordine di vittorie e sconfitte dei simboli di partito, dei candidati di partito senza simbolo e degli antagonisti pentastellati. Soprattutto, domani avremo il dato esatto dell’astensionismo, che da anni ormai rappresenta il Paese più di qualunque lista o partito.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*