Rimorchiatore italiano salva 70 naufraghi, ricerche a sud di Lampedusa, naufragio in Libia

Il rimorchiatore di servizio alla piattaforma petrolifera ENI si dirigeva versa la costa siciliana per sbarcare quei 70 naufraghi che non poteva respingere in Libia ma a sudest di Lampedusa ha invertito la rotta per dirigersi sulla stessa area delle ricerche condotte oggi da due aerei italiani. Naufragio al largo della Libia

Asso Trenta in una immagine dell'archivio di Vessel Finder

di Mauro Seminara

La nave “Asso Trenta”, non nuova ad interventi di soccorso in favore di naufraghi operando in supporto della piattaforma petrolifera ENI che dista circa 45 miglia dalla costa della Libia, questa mattina ha salvato la vita di 70 persone partite su una imbarcazione precaria proprio dalla costa della Nazione in guerra. Coordinata dalla Sala Operativa del Coordinamento Soccorso Marittimo di Roma (IMRCC), alla Asso Trenta che batte bandiera italiana è stato concesso di dirigersi direttamente verso la costa italiana per sbarcare i naufraghi che ha a bordo. Per la nave che offre prezioso supporto logistico all’ENI non si pone il problema del place of safety (luogo sicuro di sbarco) che evidentemente non può essere la Libia. Nel qual caso si profilerebbe un respingimento verso un luogo non sicuro ed una volta a terra dovrebbe pagarne le spese il comandante. Forse per questa ragione non è stata la sala operativa del coordinamento soccorso marittimo libico – qualora ne esistesse davvero una – a coordinare il salvataggio ed indicare il porto in cui sbarcare i naufraghi. La Asso Trenta ha quindi navigato in direzione nordest per raggiungere un porto siciliano, forse Pozzallo o Augusta, dove tra l’altro sbarcherà domattina 373 naufraghi la nave Ong Ocean Viking.

Oggi una fitta ricerca in mare è stata condotta a sud dell’isola pelagica italiana di Lampedusa. Un velivolo della Guardia Costiera ed uno dell’Aeronautica Militare si sono incrociati su un’area ben dettagliata che partiva da una distanza di circa dieci miglia e si estendeva fino ad oltre cinquanta dall’isola. Fuori anche una motovedetta classe 300 della Guardia Costiera. Una SAR d’altura, cosiddetta “inaffondabile”, che ha lasciato il porto quando in mare c’erano oltre due metri di onda già ad un paio di miglia dalla costa sud dell’isola. Il pattugliamento aereo, con le condizioni meteo odierne non lasciava presagire nulla di buono. Alle ricerche partecipavano con buona probabilità anche velivoli leggeri dell’agenzia europea Frontex, che però non sono tracciabili come i due velivoli Ong che fanno base a Lampedusa. Alle venti di questa sera però, a 34 miglia sudest di Lampedusa, la Asso Trenta ha interrotto la sua corsa verso un porto siciliano ed invertito la rotta spostandosi in direzione ovest-sudovest; si spera per soccorrere gli eventuali naufraghi che probabilmente sono stati cercati per tutto il giorno dagli aerei italiani. Questa mattina si è però saputo di un naufragio certo, al largo della Libia. Il bilancio, annunciato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), è stato di 17 vittime e 82 superstiti che sono stati ricondotti nella stessa Libia da cui tentavano di allontanarsi malgrado i rischi.

Le tracce di ricerca aerea dell’ATR-42 della Guardia Costiera (fucsia) e del P-72 dell’Aeronautica Militare (verde) il pomeriggio del 21 gennaio 2021 con sovrapposta la rotta del rimorchiatore Asso Trenta dopo le 20:00 dello stesso giorno

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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